I Fratelli del Libero Spirito fu un movimento, diffuso dal XII secolo nella Francia settentrionale, in Germania, nei Paesi Bassi, in Boemia e in Italia, che professava l'indipendenza dall'autorità ecclesiastica e la possibilità di vivere secondo una vita apostolica, poiché i propri adepti erano convinti di essere pervasi dallo Spirito Santo. Questo stato di divinità coincideva con la totale scomparsa dei tormenti della coscienza: essi quindi ritenevano di essere talmente perfetti da poter commettere qualsiasi atto senza correre il rischio di peccare, secondo il detto di San Paolo: Tutto è puro per i puri (Lettera a Tito 1,15). Alcuni autori cattolici riportarono che essi, forti di questo convincimento, si lasciavano andare soprattutto ad atti contro la morale, come atti sessuali extra matrimoniali.
Se ne ha notizia già dalla metà del XII secolo, quando i F. furono identificati nei pifres, predicatori ascetici eterodossi, combattuti dal monaco Eckbert di Schönau.
La dottrina del movimento fu, all'inizio del XIII secolo, fortemente influenzata dal pensiero apocalittico di Gioacchino da Fiore e quello neoplatonico e panteista di Amaury di Bène, e successivamente dal teologo e mistico Ortlieb di Strasburgo, i cui seguaci, chiamati ortlibarii, vennero condannati dal Papa Innocenzo III (1198-1216).
Ai F. si fanno risalire parentele più o meno strette con il movimento degli apostolici di Gerardo Segalelli, fra Dolcino da Novara, i movimenti dei begardi e delle beghine e dei turlupini, e il grande mistico tedesco Eckhart von Hocheim. Nel XIV secolo, il capo dei F. italiani, Bentivegna da Gubbio, fu condannato al carcere a vita nel 1307 proprio da Ubertino da Casale, diventato poi uno dei leader storici del movimenti dei francescani spirituali o fraticelli. In Francia, nello stesso periodo, fece notizia la condanna al rogo della beghina, simpatizzante con i F., Margherita La Porète nel 1310. Altri F. condannati al rogo furono Berthold Rohrbach a Spira (Germania) nel 1356, Johannes Hartmann nel 1370 ca. e Nicola da Basilea a Vienna nel 1395.
Il movimento fu definitivamente condannato da Papa Clemente V (1305-1314) nella bolla Dilectus Domini del 1311.
Tuttavia, alla metà del XIV secolo, apparve una sua variante nel movimento della Libera Intelligenza o Uomini di Intelligenza, al quale potrebbe aver aderito, secondo una curiosa ipotesi dello studioso tedesco Wilhelm Fraenger, il noto pittore fiammingo Hieronymus Bosch (1450-1516).