Oraison, Marc (1914-1979) e rapporti tra psicoanalisi e Chiesa cattolica

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Marc Oraison sulla copertina del suo libro La vie vécue (La vita vissuta)

Rapporti tra psicoanalisi e Chiesa cattolica

I rapporti tra la nascente psicoanalisi freudiana [ideata dal famoso neurologo moravo Sigmund Freud (1856-1939)] e la Chiesa cattolica, fin dai tempi di Pio XI (1922-1939), si presentarono alquanto problematici. La nota rivista Civiltà cattolica dichiarava allora che la psicoanalisi presentava errori psicologici e pericoli morali, mentre padre Agostino Gemelli (1878-1959) raccomandava che i cattolici non accettassero le dottrine psicoanalitiche, e che non si sottoponessero – né loro né i congiunti – al trattamento psicoanalitico.

La situazione non migliorò neppure con i papi successivi: Pio XII (1939-1958) insistette sull’inconciliabilità tra psicoanalisi e cattolicesimo, e nel 1952 condannò, in particolare il “pan-sessualismo” freudiano; Giovanni XXIII (1958-1963) ribadì la validità dell’articolo 239 del Sinodo Romano, che metteva in guardia contro il trattamento psicoanalitico [sebbene fu parzialmente smentito dalle conclusioni del Concilio Vaticano Secondo (1962-1965), in cui non ci fu alcuna condanna della psicoanalisi, ed anzi ci furono moderate aperture alle “scienze psicologiche”], e fece rimarcare dal Sant’Uffizio la proibizione per i religiosi di intraprendere la professione dello psicoanalista; Paolo VI (1963-1978) infine ne fu ostile, tant’è che, già da vescovo, aveva messo in guardia contro la “morbosità psicoanalitica”.

Il caso Lemercier

A parte Marc Oraison, di cui si parla qui sotto, un conflitto tra Chiesa cattolica e psicoanalisi fu il caso del benedettino belga (emigrato in Messico) Grégoire (o Gregorio) Lemercier (1912-1988), che, con il placet del vescovo Sergio Mendez Arceo, introdusse l’uso della psicoanalisi nel convento di Santa Maria della Resurrecciòn (a Cuernavaca, in Messico) nel 1961 per risolvere alcune difficoltà spirituali, morali e disciplinari, ma già nel 1965 egli fu oggetto di un ordine di trasferimento in un convento belga da parte del Sant’Uffizio. La materia fu ampiamente dibattuta nella quarta sessione del Concilio Vaticano Secondo e nel 1966 fu istituito un tribunale ad hoc. Dopo lunghi dibattiti, il 18 maggio 1967 il tribunale decise per la chiusura del convento, che avvenne l’undici agosto dello stesso anno. Lemercier abbandonò successivamente la tonaca, ma Mendez Arceo, nonostante il parere contrario del Vaticano, lo sostenne permettendogli di utilizzare i locali dell’ex convento per fondare il suo Centro Psicoanalitico Emmaus.

Marc Oraison

In questo contesto s’inserisce la figura del sacerdote e psicoanalista francese Marc Oraison. Nato il 29 luglio 1914 ad Ambarès-et-Lagrave (nel dipartimento della Gironda), O. si laureò in medicina all’università di Bordeaux, specializzandosi in psichiatria. Dopo un biennio come medico in Indocina (1945-1946), O. studiò teologia all’Institut Catholique di Parigi. Egli fu ordinato sacerdote nel 1948 e si laureò in teologia, con il massimo dei voti, nel 1951 con una tesi, dal titolo Vie chrétienne et problèmes de la sexualité (Vita cristiana e problemi della sessualità).

Il suo obiettivo era di conciliare la psicoanalisi freudiana con gli insegnamenti della morale cattolica, ma, dopo la pubblicazione della sua tesi come libro, egli fu convocato a Roma nel 1955 dai cardinali Alfredo Ottaviani (1890-1979), segretario del Sant’Uffizio, e Giuseppe Pizzardo (1877-1970), prefetto per l’odierna Congregazione per l’educazione cattolica, i quali dissero al medico sacerdote francese che i migliori metodi per preservare la purezza sessuale erano “una buona dieta e il timore del peccato”. Inoltre il cardinale Ottaviani lo informò che il libro di O. era stato posto nell’Index Librorum Prohibitorum (Elenco dei libri proibiti). Sebbene quest’ultimo indice, istituito da Paolo IV (1555-1559) nel 1557, sia stato abolito poco dopo il Concilio Vaticano Secondo (1962-1965), O. ha continuato in seguito ad avere problemi con le autorità ecclesiastiche nella pubblicazione di alcuni dei suoi libri.

Nel 1966 la pubblicazione di Le mystère humain de la sexualité (Il mistero umano della sessualità) ebbe un regolare imprimatur, ma creò un tale strascico di polemiche che il cardinale Ottaviani decretò la sospensione di ogni autorizzazione alla stampa di futuri lavori di O., aventi come tema il sesso e la psicoanalisi, e proibì al sacerdote francese l’insegnamento della morale nei seminari cattolici in Francia.
Eppure questo decreto non ha diminuito il ritmo di pubblicazioni dei libri di O., che ha dissertato su vari argomenti, tra cui il celibato, la morale, il senso di peccato e di colpa, sino a La Question homosexuelle (La questione omosessuale) del 1975, che ha sollevato un ennesimo ginepraio nell’ambiente cattolico.
O. è morto a Parigi nel 1979.