Pomponazzi, Pietro (1462-1525)  

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Pietro Pomponazzi

 

Pietro Pomponazzi nacque a Mantova nel 1462 e si laureò in medicina all'università di Padova nel 1487. Nel 1488 P. divenne professore di filosofia allo stesso ateneo, opponendosi alla corrente averroistica, rappresentata dai filosofi Nicoletto Vernia (1420-1499) e Alessandro Achillini (1463-1512) e che propendeva per un'interpretazione della filosofia aristotelica nella forma più aderente alla versione originale e senza implicazioni teologiche. P. invece favoriva l'interpretazione materialista data dai commentari di Alessandro d'Afrodisia (attivo 198-211) e perciò egli fu considerato il fondatore della cosiddetta corrente alessandrista.

Nel 1511 P. fu nominato a Bologna professore ordinario di filosofia e qui pubblicò nel 1516 il suo Tractus de immortalitate animae, dove egli negò l'immortalità dell'anima: questa per P. era solamente il soffio vitale che permetteva al corpo di agire e pensare ed essa moriva con la morte del corpo stesso. Questa tesi suscitò vive polemiche e il libro fu dato alle fiamme a Venezia per ordine del doge stesso, mentre P., nonostante la difesa da parte di Pietro Bembo, suo ex allievo, fu condannato da Papa Leone X (1513-1521) a ritrattare queste tesi nel 1518. A propria difesa, comunque, P. aveva già scritto nel 1517 l'Apologia, seguita nel 1519 dal Defensorium adversus Augustinum Niphum, contro gli attacchi del filosofo avveroista Agostino Nifo (1470-1538).

Nonostante tutto, P. poté successivamente completare altre due importanti opere: il De naturalium effectuum causis sive de incantationibus liber (1520) in cui attaccò la superstizione dei miracoli, considerati parte di un disegno astrologico, e il De fato, libero arbitrio, praedestinatione et providentia Dei, libri quinque (1523), in cui sostenne che tutto è governato dal fato. Tuttavia l'amarezza di non poter pubblicare né questi ultimi testi né quelli di molte sue lezioni universitarie, giacché era troppo compromesso con l'Inquisizione, portò P. alla depressione e al suicidio nel 1525.

Un altro suo ex allievo Giovanni Grillenzoni avrebbe fondato, qualche anno dopo, l'Accademia Modenese, che riuniva i principali notabili della città, come, ad esempio, Filippo Valentini, Ludovico Castelvetro ed il professore universitario Francesco Porto (1511-1581), per discutere di teologia, ma anche per studiare e commentare le Sacre Scritture,