Turmel, Joseph (1859-1943))

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Joseph Turmel

Lo storico e sacerdote francese Joseph Turmel, nato il 13 dicembre 1859 a Rennes (nel dipartimento dell’Ille-et-Villaine), studiò filosofia e teologia presso il Grand Séminaire dell’arcivescovado di Rennes dal 1876 al 1880, frequentando poi la facoltà di teologia dell’università di Angers dal 1880 al 1882. Il 3 giugno 1882 egli fu ordinato sacerdote e nell’autunno dello stesso anno iniziò ad insegnare come professore di dogmatica nel sopramenzionato Grand Séminaire di Rennes.

I successivi studi sul Vecchio Testamento e sulla patristica scaturirono una profonda crisi nel sacerdote francese, che in seguito dichiarò di aver perso la fede nel 1886 a 26 anni, benché esternamente non facesse trapelare niente e difendesse sempre il suo credo. Tuttavia, a causa delle sue idee moderniste in tema di esegesi del Vecchio Testamento (in particolare del Pentateuco), T. fu sospeso dall’insegnamento nel 1892 e nominato, l’anno successivo, cappellano di un convento di suore a Rennes.
Qui egli continuò indisturbato a lavorare ed a pubblicare apprezzati (particolarmente dall’Institut catholique di Parigi) saggi di patristica (come su Sant’Agostino), ma espose nel contempo le sue teorie più audaci, ad iniziare da Histoire du dogme et du péché originel (Storia del dogma e del peccato originale) del 1900, nascondendo accuratamente la sua identità con l’anonimato o sotto opportuni pseudonimi [pare ben 14 (sic!), tra cui Edmond Perrin, Louis Coulange, Armand Dulac, Antoine Dupin e Henri Delafosse]. Per esempio, fallirono i tentativi di incolparlo per due articoli anonimi (effettivamente scritti da lui per contestare il dogma della Trinità ed il culto mariano), comparsi nel 1907/08 sul periodico di Alfred Loisy Revue d'histoire de littérature religieuses (Rivista di storia della letteratura religiosa), dal titolo Le dogme de la Trinité dans les trois premiers siècles (Il dogma della Trinità nei primi tre secoli) e La Sainte Vierge dans l'histoire (La Santa Vergine nella storia).

Nonostante che, nel periodo 1909-1910, ben otto suoi volumi fossero stati messi all’Indice, T. rinforzò il suo rigoroso atteggiamento nicodemitico, sottostando al giuramento anti-modernista Sacrorum antistitum del 1 settembre 1910, che Papa Pio X (1903-1914) esigeva da tutti i religiosi cattolici.
Solo nel 1928 fu iniziato un processo di scomunica nei suoi confronti che si concluse con il decreto di espressamente vitando nel 1930. Pochi anni prima, nel 1925, T. aveva pubblicato, con lo pseudonimo di Henri Delafosse, il volume Le Quatrième Évangile (Il quarto vangelo), uno scritto nel quale egli ipotizzava che il Vangelo (canonico) di San Giovanni fosse in realtà un vangelo scritto nell’ambiente vicino al noto eretico Marcione  e successivamente rivisto  e corretto dai cattolici.

Negli ultimi anni della sua vita T. si accostò all’ambiente del Libre Pensée (Libero pensiero), di cui era animatore André Lorulot (1885-1963) e con il quale scrisse alcuni saggi, oltre che aiutare alla pubblicazione della rivista del movimento L’idée libre (La libera idea).
T. morì il 5 febbraio 1943 a Rennes.