Vescovo di Singiduno (l'odierna Belgrado), U. rappresentò, con Valente di Mursia, uno degli esponenti di punta dell'arianesimo anti-niceno.
Dal 351 ebbe una certa influenza sulle decisioni dell'imperatore Costanzo II (337-361, figlio di Costantino), ascendente che crebbe quando Costanzo divenne padrone di tutto l'impero romano in seguito alla sconfitta di Magnenzio (350-353). Durante i vari concili di Sirmio, tenuti tra il 357 ed il 359, U. si schierò con le posizioni di Aezio di Celesiria.
Non se ne hanno più notizie dopo il 371.