Van Oldenbarnevelt, Jan (o Johan) (1547-1619)

Fare clic per visualizzare la foto

Michiel Jansz van Miereveld: Ritratto di Jan Van Oldenbarnevelt

(Rijksmusuem, Amsterdam)

Jan (o Johan) Van Oldenbarnevelt, uno dei massimi statisti olandesi, nacque nel 1547 ad Amersfoort, appunto in Olanda, da una famiglia di modesti mezzi finanziari, e da giovane frequentò la scuola del paese natio. In seguito, grazie ai buoni uffici di alcuni parenti benestanti, V. poté farsi una solida cultura dapprima a Den Haag (L'Aia), per poi proseguire gli studi di legge alle università di Lovanio, Bourges (in Francia), Basilea e Heidelberg.

Nel 1569 egli rientrò a L'Aia per esercitare come avvocato alla Corte d'Olanda, in un paese scosso dalla rivolta per l'indipendenza dei Paesi Bassi dalla Spagna iniziata nel 1566 e comandata dallo stadtholder (governatore) Guglielmo d'Orange-Nassau (1533-1584), detto il Taciturno. Dal 1572 V. decise di partecipare attivamente alla guerra ed ebbe parte attiva nella battaglia per la tentata liberazione di Haarlem e in quella riuscita di Lovanio, mentre nel 1576, dopo la pacificazione di Gand, gli fu offerto il posto di rappresentante della città di Rotterdam presso l'assemblea degli Stati Generali.

Nel 1579 egli, oramai diventato consigliere di fiducia di Guglielmo d'Orange-Nassau, fu il principale ispiratore dell'Unione d'Utrecht, che sancì la nascita delle Province Unite (la futura Olanda). Purtroppo in Delft, nel 1584, il governatore fu assassinato da un tale Balthasar Gerards per ordine del re di Spagna Filippo II (1556-1598) e V. dovette gestire la difficile situazione della neonata Repubblica. Il governatorato fu offerto dagli Stati Generali alla regina Elisabetta I d'Inghilterra (1558-1603), che rifiutò, ma, al suo posto, accettò a sorpresa, suscitando le ire della regina inglese, il favorito di quest'ultima, Robert Dudley, conte di Leicester (1533-1588). V. si oppose a questa decisione, offrendo il ruolo di stadtholder al giovane (18 anni) figlio di Guglielmo, Maurizio d'Orange-Nassau (1567-1625), che si consolidò nella posizione solo dopo l'abbandono di Dudley nel dicembre 1587.

Nel 1586 V. arrivò all'apice della carriera, quando fu nominato dalla Repubblica Avvocato Generale dello Stato (Landsadvocaat): dalla sua posizione di prestigio egli poté controllare e far sviluppare, in maniera spettacolare, il commercio olandese nel mondo, favorendo la fondazione della Compagnia Olandese delle Indie Orientali.

Nel 1591 l'incontro, per V. fatale, con Jacob Arminius: l'Avvocato Generale fece parte di una commissione di otto magistrati che incontrarono otto predicatori, tra cui il riformatore di Oudewater, il quale lo convinse gradualmente a schierarsi a favore della sua dottrina del libero arbitrio. Facendo così, tuttavia, la posizione di V. diventò molto delicata, perché oltre ad essere un simpatizzante arminiano, egli si era sempre adoperato, dal punto di vista politico, acciocché gli affari di stato fossero sotto il controllo degli Stati Generali, suscitando così l'ostilità di Maurizio d'Orange-Nassau.

Quest'ultimo, un calvinista gomarista, prese la decisione di farla finita con V. e con il movimento degli arminani, dopo che essi avevano presentato, sotto la guida dei capi Simon Bischop (nome umanistico: Episcopius) (1583-1643) e Jan Uytenbogaert (1577-1644) e su consiglio di V. stesso, le loro idee con forte spirito polemico (per questo erano stati ribattezzati rimostranti) agli Stati Generali nel 1610.

Pochi anni dopo, Maurizio fece convocare il concilio di Dort (Dordrecht) (novembre 1618- maggio 1619), dove l'armianismo fu condannato senza appello, nonostante l'autorevole supporto di V. e del teologo Ugo Grozio.  Ma il 29 agosto 1618 era già avvenuta la resa dei conti: con un colpo di stato Maurizio fece arrestare e processare V. per alto tradimento: il processo, palesemente influenzato dai nemici dell'anziano Landsadvocaat, portò alla sua scontata condanna a morte, che fu eseguita per decapitazione il 13 maggio 1619.