Woolston, Thomas (1669-ca.1731)

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Thomas Woolston

 

Lo scrittore deista inglese Thomas Woolston nacque a Northhampton nel 1669 da un rispettabile mercante, che lo inviò a frequentare al Sidney College dell'università di Cambridge, dove W. studiò teologia, diventando un sacerdote anglicano. In seguito il consiglio d'istituto dello stesso Sidney College lo nominò professore associato.

In quegli anni gli studi approfonditi degli scritti del famoso teologo del III secolo Origene portarono W. a considerare la Sacra Scrittura secondo un'interpretazione più allegorica, e non letterale, dei fatti in essa descritti. Questi studi sfociarono nel suo primo libro del 1705 The Old Apology for the Truth of the Christian Religion against the Jews and Gentiles Revived (La vecchia apologia, rivista, in favore della verità della religione Cristiana contro gli ebrei e i gentili), tuttavia la pubblicazione di questo primo libro non attrasse l'attenzione dei critici fino al 1720, quando la pubblicazione di alcune sue lettere di favore delle sue idee scatenò la reazione del clero anglicano.

A questo periodo risalirono le prime accuse di paranoia e disordini mentali (accusa reiterata nel suo processo del 1729) verso W., che perse il posto come professore del Sidney College: sarebbe in seguito vissuto, a Londra dove si era trasferito, solamente con la rendita di 30 sterline l'anno, passatagli dal fratello.

Nel 1725 W. entrò con decisione nella controversia deista, pubblicando The Moderator between an Infidel and an Apostate (il moderatore tra un infedele ed un apostata), dove l'infedele citato nel titolo era Anthony Collins, autore nel 1724 del suo libro di maggior successo A Discourse on the Grounds and Reasons of the Christian Religion (Discorso sui fondamenti e sulle ragioni della religione cristiana), dove Collins attaccò il Cristianesimo come religione rivelata e il collegamento tra Nuovo e Vecchio Testamento, basato su alcuni episodi della Bibbia (come miracoli, fenomeni, profezie) non verificabili storicamente, ma da intendersi in senso allegorico.

Eppure, anche secondo W., in linea con Collins, nel suo The Moderator gli apostati, cioè il clero, avevano dimenticato l'uso dell'allegoria da parte degli autori della Bibbia. La stessa critica fu applicata da W. nel più violento e polemico dei suoi lavori, i Six Discourses on the Miracles of Our Saviour (Sei discorsi sui miracoli del nostro Salvatore), apparsi tra il 1727 ed il 1729, per i quali W. fu processato per blasfemia e condannato a pagare una multa di 25 sterline per ciascuno dei primi cinque discorsi, oltre ad una somma da dare in pegno per una sua futura "buona condotta". Tuttavia, non essendo riuscito a trovare detta somma, W. fu trattenuto in carcere fino alla sua morte nel 1731 (o 1733, secondo altre fonti), benché quest'ultimo episodio venisse in seguito negato da Voltaire in persona, il quale, residente in Inghilterra in quel periodo, affermò di essere stato informato che W. era morto nel suo letto, e non in prigione.

Comunque, di là della singola circostanza della morte di W., si può capire l'effetto dirompente dei suoi Six Discourses sui suoi benpensanti contemporanei: infatti, attraverso le parole di un immaginario rabbino, egli aveva attaccato con estrema violenza l'interpretazione letterale del Nuovo Testamento. Per esempio, nell'episodio della guarigione del cieco da parte di Gesù con un impasto di terra e saliva, secondo W. che necessità c'era di un linimento estemporaneo, se comunque era il potere divino che guariva quest'uomo? Questo trattamento faceva apparire Gesù come "un impostore", come del resto tutta l'interpretazione letterale del Nuovo Testamento faceva di Gesù un "malfattore", e l'episodio della Sua resurrezione poteva essere bollato come "la più grossa frode perpetrata ai danni del Mondo".