Bullinger, Heinrich (1504-1575)

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Heinrich Bullinger

 

Heinrich Bullinger (citato, più raramente, come Johann Heinrich) nacque il 18 luglio 1504 a Bremgarten, nel cantone di Argovia, in Svizzera, ultimo dei cinque figli di Heinrich Bullinger senior e Anna Wiederkehr. Studiò per quattro anni a Cleves, e fu dissuaso dal fratello dall'entrare nel convento certosino ad Emerich (Germania), ottenne invece nel 1522 il grado di Magister artium a Colonia , dove poté approfondire lo studio diretto delle Sacre Scritture.

Ritornato in Svizzera, B. insegnò dal 1523 al 1529 alla scuola del convento di Kappel, vicino a Zurigo, e nella città svizzera conobbe Ulrich Zwingli, divenendone amico e seguace: in seguito B. portò le idee della Riforma (abolizione della messa, rimozione delle immagini sacre e introduzione della celebrazione della Cena del Signore) nel convento, dove lavorava, riuscendo a convertire la maggior parte dei monaci e trasformando il centro in un punto di riferimento per i futuri pastori riformati. Il 17 agosto 1529 B. sposò l'ex suora Anna Adischwyler, da cui ebbe una famiglia numerosa.

Dal 1529 al 1531 egli occupò il posto di pastore della chiesa del suo paese natale, ma il 9 dicembre 1531, B. accettò l'offerta da parte del Grande e Piccolo Consiglio di Zurigo di subentrare a Zwingli nella guida della Chiesa riformata di Zurigo, dopo la tragica morte dell'amico durante la battaglia di Kappel del 1531.

Il suo principale impegno fu quello di evitare un controllo troppo stretto da parte dell'autorità civile (preferì sempre una certa separazione tra stato e chiesa, riuscendo comunque ad imporre non già una teocrazia di tipo ginevrino, ma la possibilità per i pastori di poter richiamare all'ordine i magistrati), di migliorare la situazione scolastica zurighese (in particolare diede lustro alla scuola teologica invitando Pier Martire Vermigli) e di mantenere l'indipendenza del pensiero teologico zurighese dal calvinismo, di cui non condivideva la dottrina della predestinazione - alla quale preferì la doppia predestinazione: l'elezione eterna o la dannazione eterna dipendono dalla comunione con Cristo mediante la fede - e il concetto di una partecipazione reale di Cristo nell'Eucaristia al quale preferiva quello di una presenza spirituale di Cristo.

A proposito di quest'ultimo argomento, nel 1549 B. firmò il Consensus Tigurinus assieme a Calvino e Farel: nell'accordo non si faceva menzione del termine substantia, (sebbene il termine presenza reale fosse rimasto nel testo) un successo comunque per B, che era riuscito a portare Calvino su posizione più vicine all'interpretazione spirituale dell'Eucaristia. Tuttavia resta sempre il dubbio che i riformatori ginevrini abbiano accettato il compromesso dottrinale per un'opportunità politica: quella di non isolare la loro città dal resto della Svizzera riformata. Nuovamente, dopo la morte di Calvino, anche il suo successore, il diplomatico Théodore di Béze, impegnato in una disputa sull'Eucaristia con B., preferì non insistere sulle sue posizioni per mantenere l'unità della Chiesa riformata.

Nel 1563 B. fu favorevole al Catechismo di Heidelberg (1563): questo testo, benché scritto dai calvinisti Caspar von der Olewig (Olevianus o Olevian) (1536-1585) e Zacharias Beer (Ursinus) (1534-1583), non faceva menzione alla dottrina della predestinazione e per quanto concerne l'Eucaristia, si allineava più sulle posizioni zwingliane.

Il Catechismo di Heidelberg influenzò poi il testo della Seconda Confessio Helvetica del 1566, scritto da B. stesso, come risposta ad una richiesta dell'Elettore-Palatino Federico III, detto il Pio (1559-1576), che aveva annunciato la sua adesione al calvinismo nel 1563. Il testo della Confessio Helvetica fu poi adottato come credo da parte della chiesa riformata scozzese nel 1567, da quella ungherese nel 1571 e, a seguire, dai riformati polacchi e cechi.

Per quanto concerne il resto della teologia di B., egli riprese il concetto zwigliano del Patto con Dio ed era convinto della realizzazione della volontà di Dio nel rapporto tra gli esseri umani, con una conseguente influenza sul sistema giuridico e statale. Inoltre la sua interpretazione della dottrina della giustificazione era di confermare che essa dipendeva da Dio, ma che, nello stesso tempo, la santificazione (distinta ma collegata nello stesso tempo alla giustificazione) era la conseguenza dell'attenzione che Dio dedica all'uomo.

B., saggio e moderato, godeva di grande prestigio all'estero (scrisse ben 12.000 lettere nella sua vita!), presso la Chiesa riformata scozzese di John Knox, in Francia con l'amico filosofo Pierre de la Ramée (Ramus), nei Paesi Bassi, dove i suoi scritti erano molto popolari, e, grazie all'amico John Hooper, negli ambienti anglicani: quando Pio V (1566-1572) confermò la scomunica di Elisabetta I d'Inghilterra (1558-1603), fu B. ad aiutare la regina inglese a preparare un'adeguata risposta. Del resto proprio il riformatore zurighese ospitò alcuni vescovi riformati inglesi profughi in Svizzera, in occasione delle persecuzioni durante il regno della sorella cattolica di Elisabetta, Maria Tudor, detta la Sanguinaria (1553-1558).

L'atteggiamento di B. nei confronti delle altre religioni e delle frange radicali protestanti fu non sempre costante: da una parte moderato nei confronti di turchi ed ebrei e amico dell'antitrinitariano Lelio Sozzini, dall'altra accanito persecutore di Bernardino Ochino, di Caspar Schwenckfeld von Ossig e del movimento anabattista. Di quest'ultimo era stato dapprima ammiratore, ma successivamente ne diventò un feroce avversario soprattutto dopo aver sentito delle atrocità compiute a Münster.

B. morì a Zurigo il 17 settembre 1575 per le complicazioni sorte in seguito ad un attacco di calcoli ai reni e alla vescica.