Chiese cattoliche indipendenti francesi (dal 1801)

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Charles Loyson (Père Hyacinthe), fondatore della Chiesa Gallicana

 

Introduzione

Il rapporto in Francia tra il Papato e la Chiesa Cattolica locale è stato spesso caratterizzato da un'autonomia, più o meno estesa, della Chiesa francese dalla gerarchia ecclesiastica di Roma. La dottrina, derivata da quest'autonomia, si denomina gallicanesimo, e ha avuto il suo apice nei quattro articoli gallicani, voluti da Luigi XIV (1643-1715) nel 1682.

Il fenomeno del gallicanesimo tramontò definitivamente - almeno nella Chiesa Cattolica ufficiale in Francia - con il Concordato del 1801 tra Napoleone Bonaparte (come imperatore: 1804-1814) e Papa Pio VII (1800-1823), ma, di conseguenza, provocò la nascita di una serie di piccole chiese cattoliche "scismatiche", che coagularono, in tempi diversi, la protesta francese contro il potere centrale del papa. In particolare, qui si parlerà della Petite Église, della Chiesa Cattolica Francese e della Chiesa Gallicana.

La Petite Église

Uno dei primi casi di piccola chiesa cattolica indipendente è quello della Petite Église in Francia, sorta in seguito al Concordato del 1801, il quale stabiliva la dimissione di 38 vescovi francesi dissidenti per permettere la riorganizzazione del clero locale. Alcuni di questi prelati, capitanati dal vescovo di Blois, Alexandre de Lauzières de Thémines (1742-1829), e dall'arcivescovo di La Rochelle, Jean-Charles De Coucy (1746-1824), si rifiutarono di dimettersi, dando luogo ad uno scisma (denominato, per l'appunto, anti-concordatario) diffuso in Francia (a Lione e nelle regioni della Vandea e del Charolais) e in Belgio [dove gli adepti furono chiamati stevenisti dal nome del loro capo, il vicario generale di Namours, Corneille Stevens (1747-1828)] e che ebbe fino a 20.000 seguaci (anche se altre fonti parlano di 100.000 fedeli).

Dopo la morte di De Thémines nel 1829, e la scomparsa - nel 1831 a Lione e nel 1847 in Vandea - degli ultimi sacerdoti scismatici, la chiesa non celebra più, per mancanza di un proprio clero, una sua liturgia, ma si limita a preghiere recitate sotto la guida di laici.

Va fatto notare che la Petite Église, sebbene si sia ridotta a qualche migliaio di fedeli, è sorprendentemente sopravvissuta fino ai giorni nostri. Essa non presenta differenze liturgiche o dottrinali (a parte una moderata influenza giansenista) con la Chiesa Cattolica, la quale, nel 1960 con Papa Giovanni XXIII (1958-1963), ha fatto dei seri tentativi di riassorbire la scissione, ma con scarso successo: nel 1965 solo 130 fedeli della Vandea (ma nessuno dei membri dei gruppi, ancora attivi, a Lione e nel Charolais) hanno accettato di riconciliarsi con la Chiesa Cattolica.

Ferdinand-François Châtel e la Chiesa Cattolica Francese

L'abbé Ferdinand Toussaint François Châtel nacque il 9 gennaio 1795 a Gannat, nella regione dell'Allier, dal contadino François Châtel e dalla moglie Marie Monnier. Dopo aver ricevuto una sommaria educazione di base da un'amica di famiglia e dalla scuola pubblica locale, C. fu mandato, come apprendista, da uno zio sarto, ma fu notato dall'abbé Chategrel, che, apprezzando le sue qualità, pur di farlo studiare in seminario, si offrì di pagare le relative spese. C. si mostrò particolarmente versato negli studi e nel 1815 divenne sacerdote cattolico.

La sua carriera ecclesiastica, dopo alcune esperienze in provincia e come cappellano militare, lo portò - negli anni `20 del XIX secolo - a Parigi, dove la sua fama di predicatore liberale e gallicano lo fece diventare il campione del liberismo cattolico. Durante la rivoluzione del luglio 1830 C. riunì un gruppo di sacerdoti scontenti dei rapporti con Roma e formò un gruppo scismatico, che nel gennaio 1831 si denominò Église Catholique Francaise (Chiesa Cattolica Francese): per questo egli venne sospeso a divinis dalla Chiesa Cattolica.

Poco prima C. si era fatto consacrare vescovo da monsignor Th. J. Poulard, vescovo jureur (vale a dire, uno dei prelati che aveva giurato fedeltà alla Repubblica Francese) di Saône-et-Loire, ma poi, avendo dei dubbi su questa consacrazione, se n'era fatto fare un'altra da monsignor Jean Machault (1770-1845), primate della Chiesa Gioannita.

Quest'ultima chiesa era stata fondata nel 1831 dal medico ed ex seminarista Bernard Raymond Fabré-Palaprat, con la dicitura ufficiale di Chiesa Templare Giovannita dei Cristiani Primitivi, la quale discendeva direttamente da Gesù Cristo, secondo un'ipotesi di Fabré-Palaprat [che utilizzò documenti di dubbia autenticità (come l'Evangelicon e il Levitikon, probabili falsi del `400, che rimaneggiavano il Vangelo di San Giovanni per supportare l'idea gnostica di un Gesù Cristo iniziato ai grandi misteri di Osiride], attraverso l'apostolo San Giovanni, il cui "Ordine d'oriente" sarebbe stato l'antenato dell'Ordine Templare. A proposito di quest'ultimo, l'instancabile Fabré-Palaprat aveva fondato, o meglio ricostituito, nel 1804, assieme ad altri di una loggia massonica di Parigi, l'Ordine Templare, in base ad un documento ritrovato in casa del duca Louis Hercule-Timoléon de Cossé-Brissac (morto nel 1792), ultimo dei presunti Gran Maestri templari clandestini, dopo la morte sul rogo, nel 1314, dell'ultimo Gran Maestro, secondo la storia "ufficiale", il famoso Jacques de Molay (1243-1314). In seguito, Fabré-Palaprat sarà nominato Gran Maestro dell'Ordine Templare dai suoi seguaci.

Torniamo ora a C. per dire che egli, forte del suo titolo di Vescovo-Primate delle Gallie, si dedicò all'organizzazione e diffusione della Chiesa Cattolica Francese (poi Chiesa Primaziale Francese), attirando molti preti, sia cattolici sia aderenti alla Petite Église. Egli scrisse la dottrina della nuova chiesa [rifiuto della confessione, del digiuno e dell'astinenza, possibilità della comunione sotto ambedue le specie (ostia e vino) e del matrimonio per i preti, uso della lingua francese nei culti] e fece pubblicare le sue prediche, ma le crescenti difficoltà economiche e l'ostilità del governo di Luigi Filippo (1830-1848) provocarono, nel 1842, la chiusura dei luoghi di culto e la messa fuori legge della Chiesa. Dapprima C. si rifugiò in Belgio per sfuggire alla cattura, poi rassicurato a riguardo, ritornò a Parigi, ma i gravi problemi finanziari perdurarono.

Nel 1848 egli ripose tutte le speranze nella rivoluzione e riaprì quindi la sua Chiesa, tuttavia il ritorno della reazione lo stroncò definitivamente: la Chiesa fu chiusa nel 1849 e C. fu processato per ben due volte. La seconda, nel 1850, lo vide multato e condannato ad un anno di prigione. Quando riebbe la libertà, il movimento si era, di fatto, sciolto e a C. non rimase che vivere, con la moglie (si era, infatti, sposato, nel frattempo), in maniera anonima ed afflitto dai soliti gravi problemi economici (dovette lavorare anche come droghiere per sbarcare il lunario) fino alla sua morte, che avvenne il 13 gennaio 1857.

Sarebbe toccato alla Chiesa Gallicana di Charles Loyson raccoglierne l'eredità trent'anni dopo.

Charles Loyson e la Chiesa Gallicana

Il fondatore della Chiesa Gallicana, Charles Jean-Marie Augustin Loyson, nacque ad Orléans nel 1827 e fu accolto, con il nome di Père Hyacinthe (Padre Giacinto), come monaco in svariati ordini religiosi, come quello dei sulpiziani, domenicani e carmelitani scalzi. Entrò in quest'ultimo ordine nel 1859 e fu nominato definitore (cioè padre) provinciale a Broussey (vicino a Bordeaux) e superiore del convento carmelitano a Parigi. Egli però divenne famoso soprattutto come teologo, insegnando ad Avignone e Nantes, e predicatore: grandi ed entusiastiche folle assisterono ai suoi sermoni a Bordeaux, a Roma, e, dal 1864 al 1868, nella famosa Notre-Dame a Parigi.

Dopo il Primo Concilio Vaticano (1869-70), L. si oppose, similmente al teologo tedesco Johann Jospeh Ignaz von Döllinger, alla decisione di Pio IX (1846-1878) di promulgare i dogmi dell'infallibilità papale ex cathedra e del primato universale del papa. Il 30 luglio 1870 tuonò, infatti, contro il " sedicente dogma dell'infallibilità del papa", convincendo altri membri del clero francese ad associarsi a questa protesta, ma nel 1871 dovette lasciare la Chiesa cattolica.

Gli fu impedito di predicare pubblicamente, secondo i termini del Concordato del 1801 tra lo Stato francese e la Chiesa cattolica: L. si recò quindi in esilio in Svizzera, dove nel 1872 si sposò con Emilie Meriman e nel 1873 scrisse il suo Mon Testament, ma protestation (Il mio testamento, la mia protesta). Nel marzo 1878 rientrò a Parigi, dove decise di fondare l'Eglise catholique indépendante en France (Chiesa cattolica indipendente in Francia), più familiarmente nota come Chiesa Gallicana (o anche Chiesa Cattolica Gallicana), la cui nascita fu contrassegnata dall'inaugurazione di una cappella il 9 febbraio 1879: pochi mesi dopo, alla ricerca di legittimazione internazionale, L. partecipò a Berna (in Svizzera) ad una riunione interdenominazionale con il vescovo vecchio-cattolico tedesco Joseph Hubert Reinkens (1821-1896), il vescovo della Chiesa cattolica-cristiana della Svizzera, Eduard Herzog (1841-1924), e il vescovo anglicano d'Edimburgo, Henry Cotterill (1812-1886).

Fu, però, il decreto della Presidenza della Repubblica francese il 3 dicembre 1883 a dare una grossa mano a L., autorizzandolo ad aprire legalmente una nuova cappella gallicana in rue d'Arras, a Parigi, benché non fu possibile, per lo Stato francese, riconoscerne ufficialmente il culto, sempre a causa del già citato Concordato.

Nel 1884 L. conobbe Joseph René Vilatte [attraverso il riformatore canadese Charles Chiniquy (1809-1899)] e lo mise in contatto con il vescovo Herzog, che, dopo avergli fatto sostenere un esame di teologia cattolica, ordinò Vilatte prete della Chiesa vecchio-cattolica nel 1885, un passo fondamentale nella vita del più famoso dei vescovi "vaganti".

La scelta, invece, di L. di non accettare la propria consacrazione a vescovo, proposta dalla Chiesa anglicana, fu un problema crescente per la sua neonata chiesa, che decise, nel 1887, di chiamare, come vicario della cappella di rue d'Arras, l'abate Georges Volet (1864-1915), ordinato sacerdote vecchio-cattolico presso la Chiesa cattolica-cristiana della Svizzera, ma la scelta accelerò la decisione di L. di dimettersi nel 1893 (egli sarebbe morto a Parigi nel 1912), rimettendo la Chiesa gallicana nelle mani dell'arcivescovo vecchio-cattolico di Utrecht, Gerardus Gul (1847-1920). Questo passaggio di consegna provocò una scissione tra i suoi seguaci: un gruppo vecchio-cattolico, coordinato da Volet e dall'abate Jean-Joseph Van Thiel (1843-1912), rimase fedele all'Unione di Utrecht, ed è tuttora presente con una comunità vecchio-cattolica in Alsazia (sito http://www.vieux-catholique-alsace.com/).

La Chiesa Gallicana dopo la morte di Loyson

L'altro gruppo (la Chiesa Cattolica Gallicana), autonomo dall'Unione di Utrecht, nel 1907 arrivò all'apice della sua diffusione con 75.000 fedeli e 184 parrocchie. In esso erano confluiti diversi gruppi religiosi autonomi francesi, come i seguaci dell'abbé Châtel (vedi sopra), la Chiesa Primitiva, il Carmelo Bianco, le Sorelle di Santa Maria e parte della Petite Église.

Dopo la morte, nel 1912, di L. e del suo successore, Julien Ernst Louis Rene Houssay (Mar Julius) (1844-1912), la Chiesa Gallicana conobbe un nuovo leader carismatico nella figura del vescovo Louis-Marie Franòois Giraud (1876-1950), un ex trappista, nato a Pouzages en Vendée, ordinato prete da Vilatte nel 1907, e successivamente consacrato il 21 giugno 1911 da Houssay. Alcune parole su quest'ultimo singolare personaggio: guaritore e scrittore di genere esoterico (con lo pseudonimo di abbé Julio), era stato ordinato sacerdote cattolico nel 1867, ma aveva rotto con la Chiesa romana nel 1885. Houssay, metropolita della Chiesa Gallicana, faceva discendere la sua successione apostolica da Vilatte, passando attraverso l'italiano Paolo Miraglia Gullotti (o Gulotti) (1857-1918), che lo aveva consacrato il 4 dicembre 1904.

Tornando a Giraud, dopo la prima guerra mondiale, nella quale combatté, egli decise di eleggere come sede vescovile la cittadina di Gazinet (nella Gironda), dove, nel 1914, un'anziana e benestante signora, Anne Alphonsine Hortense Renolleau Mathieu (1836-1923), aveva messo a disposizione per il culto gallicano una chiesa costruita sui suoi possedimenti.

Nel 1919 i gallicani firmarono un patto d'unione il vescovo Mar Basilius (al secolo Luis Mariano Soares), un ennesimo vescovo vagante, la cui successione apostolica discendeva (attraverso due passaggi intermedi) da Mar Simun XVIII Rouel (arcivescovo: 1860-1903), patriarca della Chiesa Nestoriana Caldea, che lo elesse metropolita dell'India, Ceylon, Mylapore, Socotra e Messina. Mar Basilius conferì a Giraud il titolo di arcivescovo d'Almira (sull'isola di Cipro), mentre nel 1928 Giraud fu eletto patriarca della Chiesa Gallicana e, nel 1922, egli fondò la rivista "Le Gallican", tuttora organo ufficiale della Chiesa.

Durante la seconda guerra mondiale, il 28 luglio 1944, per decisione governativa, la Chiesa fu dichiarata sciolta e i suoi beni sequestrati, ma, negli anni '50, ha potuto riprendere l'attività fino ad arrivare a 20/25.000 fedeli. Tuttora questo movimento religioso, che accetta il matrimonio dei preti e dei vescovi, il diaconato femminile, la somministrazione della Comunione sotto ambedue le specie, esiste con nove parrocchie in Francia, ed altre in Portogallo, Isole Canarie, Camerun e Congo. Ha un proprio sito Internet: http://www.gallican.org/.

Da Giraud, infine, discendono - direttamente o indirettamente - alcune chiese gnostiche, come, ad esempio, la Chiesa Gnostica Universale.