Fibioniti (III-IV secolo)

Setta gnostica estremista, presente ad Alessandria d'Egitto, che così Sant'Epifanio di Salamina (ca.310-403) descrisse nel suo Panarion: "Venivano serviti pasti sontuosi con carni e vino anche se essi sono poveri. Quando mangiano assieme in tal modo e ricolmano per così dire le loro vene, volgono il sovrappiù di energie in eccitamento. L'uomo, lasciando sua moglie, dice alla sua stessa moglie: "alzati e fai l'amore con il fratello". Quindi gli sciagurati si accoppiano fra loro e in verità sono pieno di vergogne nel dire le cose vergognose che fanno... Dopo essersi abbandonati alla fornicazione, innalzano al cielo le loro bestemmie. L'uomo e la donna prendono nelle loro mani il liquido eiaculato dall'uomo, si alzano in piedi e rivolti al cielo, le mani insozzate dall'impurità, dicono: "Ti offriamo questo dono, il corpo di Cristo", mangiano quindi la loro stessa ignominia, dicendo: "Questo è il corpo di Cristo e questa è la Pasqua per cui i nostri corpi soffrono e sono costretti a confessare la sofferenza di Cristo". Lo stesso avviene con la donna: quando accade che essa abbia il flusso di sangue, raccolgono il sangue mestruale della sua impurità e lo mangiano insieme dicendo: "Questo è il sangue di Cristo".

Si trattava quindi di una setta a sfondo religioso-sessuale, non rara nel panorama gnostico e simile a quella dei barbelognostici (con i quali i f. hanno in comune la figura di Barbelos), dei nicolaiti o ai seguaci di Carpocrate.

I f. credevano che il Logos, o Sostanza Divina, fosse sparso in tutto il cosmo ed in particolare nella carne delle creature viventi. Come conseguenza di ciò, similmente ad altre sette gnostiche, essi erano convinti che il mondo fosse una prigione, creata dal male, e che la Sostanza Divina (detta anche psyche) fosse intrappolata nelle creature e nel cibo, soprattutto nella carne: la loro missione era quindi di riunirla, interrompendo il passaggio da una vita all'altra della Sostanza, che avveniva attraverso l'atto sessuale. La procreazione era per loro un crimine: non permetteva infatti, come osservò il famoso storico delle religioni Mircea Elide (1907-1986), la reintegrazione dello stadio precosmogonico, di accelerare la fine del mondo, e d'avvicinarsi a Dio attraverso una progressiva "spermatizzazione".

Come libro sacro, pare che i f. facessero riferimento ad un certo Vangelo segreto di Marco, citato in una lettera di Clemente Alessandrino scoperta nel monastero di Mar Saba nel 1958, ma la cui autenticità è stata contestata da fonti autorevoli e oramai bollata come una vera bufala!

Curiosità

Questa setta è stata citata da Umberto Eco nel suo romanzo Il Pendolo di Foucault.