Stundisti in Russia (XIX secolo)

La situazione storica

In seguito alle diverse guerre combattute con successo dall’Impero Russo contro quello Ottomano tra il 1768 ed il 1774 e all’annessione del Canato di Crimea nel 1783, la zarina Caterina II (1762-1796) si rese conto che era necessario ripopolare e far coltivare questi suoi nuovi territori [fino ad allora zone steppose e disabitate, ma molto fertili grazie al chernozem (in russo: terra nera), terreno ricco di humus], mediante la creazione di colonie contadine. Fu quindi incentivato l’arrivo di immigrati tedeschi (soprattutto dal Württemberg) mediante la promessa dell’esenzione al servizio militare, che richiamò schiere di mennoniti pacifisti, ma anche fedeli di altre confessioni protestanti come luterani e pietisti. Furono contestualmente fondate diverse città, tra cui nel 1778 Cherson (attualmente nell’Ucraina meridionale), sito sull’estuario del fiume Dnieper verso il Mar Nero. Una settantina di anni dopo, verso il 1850, si stimò che ben 139.000 coloni tedeschi avevano trovato un lavoro nella zona. Questi avevano mantenuto le loro usanze, lingua e religione, ma avevano dovuto promettere di non svolgere proselitismo presso le locali popolazioni ortodosse.

Gli stundisti tedeschi in Ucraina

Intorno agli anni ’20 del XIX secolo, si stabilì a Rohrbach, un villaggio del distretto di Odessa (nel governatorato di Cherson), un gruppo di pietisti, i quali, contrariamente agli altri coloni tedeschi dediti all’alcool, all’indifferenza religiosa e ad una certa immoralità, si riunivano per pregare e leggere il Vangelo. Fu comunque il pastore missionario tedesco Johann Bonekemper (1796-1857) ad organizzare un vero e proprio risveglio religioso a Rohrbach e presso le popolazioni tedesche del governatorato di Cherson, reintroducendo, tra l’atro, le Erbauungsstuden (ore di rigenerazione), ore dedicate alla preghiera, al canto degli inni e allo studio delle Sacre Scritture. E proprio dalla parola indicante le “ore” in tedesco (stunden), derivò il nome di questi fedeli: stundisti.
Le comunità stundiste erano organizzate secondo lo schema congregazionalista: essi non disponevano di un clero ordinato, sostituito dagli anziani eletti della comunità, e i fedeli si riunivano, spesso in casa, per pregare e cantare. Ognuno, uomo o donna che sia, poteva prendere la parola durante queste riunioni.
Qualche anno dopo una simile azione fu intrapresa dallo svedese Edward Hugo Otto Wüst (1818-1859), un pastore di una chiesa luterana libera (cioè non dipendente da un concistoro), che si recò nel 1845 a Neuhoffnung (nel governatorato di Tauride) e le cui prediche ebbero un effetto di revival anche su diversi mennoniti. Questi ultimi diedero luogo ad una comunità separatista, denominata “Chiesa mennonita dei fratelli” (Mennonitische Brüdergemeinde), che praticava le stunden, ma anche, in ossequio alle proprie origini anabattiste, il battesimo (o meglio ri-battesimo) per immersione degli adulti, e per questo furono denominati stundo-battisti.

Lo stundismo presso le popolazioni ortodosse locali

La maggiore diffusione si ebbe però quando negli anni ’60 lo stundismo iniziò a propagarsi presso la popolazione locale di religione ortodossa. L’epicentro fu sempre nel governatorato di Cherson, ed in particolare a Osnova (nel distretto di Odessa), nel podere Nikolaevskij (nel distretto di Anan’ev), e a Karlovka e a Ljubomirka (nel distretto di Elizavetgrad), estendendosi in seguito nel governatorato di Kiev (Plosskoe e Čaplinka), e ad altre zone della Russia meridionale.
Le prime reazioni al diffondersi delle idee stundiste furono positive: i giornalisti contrapponevano la moralità, la sobrietà e la diligenza dei contadini stundisti al dilagante alcolismo; gli intellettuali ne apprezzavano la lotta contro l’analfabetismo [gli stundisti sapevano leggere e scrivere (in Ucraino, ma anche in Russo), e spesso aprivano delle biblioteche nei villaggi] e l’industriosità; e perfino la polizia locale era soddisfatta per la alta moralità e la totale mancanza di criminalità in queste zone.
Tuttavia questa setta rappresentava un serio concorrente per la Chiesa Ortodossa: i pope locali, sovente privi di una minima preparazione teologica, violenti e dediti all’alcool erano del tutto inadatti a dibattere e confutare una dottrina eterodossa. La Chiesa contestava inoltre il rifiuto delle icone, il proselitismo attivo praticato dagli stundisti nei confronti dei propri vicini ortodossi, e le novità nel campo dell’educazione. Qui infatti venne contestato agli stundisti l’utilizzo della lingua Russa corrente, e non dell’arcaica lingua ecclesiastica Slava, per leggere e insegnare i libri sacri: eppure, ironia della sorte, tutti i libri da loro utilizzati avevano ricevuto l’imprimatur della censura di stato! Anche la comminazione di multe salate agli stundisti non ebbe l’effetto sperato dalla Chiesa Ortodossa di arginare il fenomeno.

La repressione

Fu il mutato clima politico a decretare l’inizio di una vera e propria persecuzione nei confronti degli stundisti ad iniziare dagli anni ’80 del XIX secolo: nel 1881 fu ucciso lo zar Alessandro II (1855-1881) da una bomba nichilista e si susseguirono diversi attentati terroristici. Nel clima di repressione che ne seguì, spiccò la figura di Konstantin Petrovic Pobedonoscev (1827-1907), procuratore capo del Santo Sinodo (massima autorità dottrinale e amministrativa della Chiesa Ortodossa Russa), e che esercitò una costante influenza sulla politica repressiva del nuovo zar, Alessandro III (1881-1894), di cui Pobedonoscev era stato il precettore. Alessandro III, contrariamente al padre, era fortemente favorevole ad un’uniformità culturale della Russia, nel senso di una sola lingua, una sola nazionalità, una sola religione (in questo periodo ripreso vigore i pogrom antiebraici).
A sua volta, Pobedonoscev era un politico conservatore e reazionario che tendeva a identificare con un’unica matrice i rivoluzionari nichilisti e i gruppi religiosi eterodossi, come doukhobor, molokanye e stundisti. Questa fu la strategia vincente per la Chiesa Ortodossa, che non potendo battere gli stundisti sul piano dottrinale, decise di accusarli di socialismo e di azioni antigovernative. La situazione non migliorò certo con una legge, emanata nel 1883, che in teoria favoriva i gruppi dissidenti religiosi, ma il cui testo era molto ambiguo, e comunque sistematicamente ignorato dalle autorità locali, che impedivano agli stundisti di riunirsi per pregare. A questo si univano azioni violente della popolazione ortodossa locale, spesso sobillata dai pope
Nel settembre 1884 ebbe luogo un concilio ortodosso a Kiev, che decise misure speciali per combattere la diffusione dello stundismo: volantinaggio, attività missionaria, invio in loco di pope teologicamente più preparati, azioni per impedire che i bambini frequentassero scuole non ortodosse, ma perfino queste decisioni non sortirono l’effetto desiderato.
Solamente le misure draconiane prese da Pobedonoscev nel 1891 e la successiva legge antistundista del 1894 bloccarono violentemente la diffusione delle idee stundiste: fu deciso di porre un marchio discriminatorio sui loro passaporti, di pubblicare i loro nomi nei luoghi pubblici, di multare gli ortodossi che davano loro lavoro, essi non potevano rivestire cariche pubbliche, comperare o affittare terreni, dovevano essere condotti a forza dalla polizia in chiesa per ascoltare in silenzio violenti sermoni contro la loro fede, i loro bambini dovevano essere allontanati dalle famiglie per essere rieducati nella fede ortodossa. Inoltre, essi non potevano riunirsi né aprire scuole, anzi molti vennero chiuse forzatamente, come nel caso degli asili e delle scuole elementari fondate a Kiev nel periodo 1899-1902 da Iulia Karpinskaia, che, fra l’altro, aveva avuto la grave colpa di mischiare insegnanti stundiste di origine contadina con insegnanti ebrei, combinando così classi di studenti russi, ucraini ed ebrei, e ciò era proibito dalle leggi emanate dal Ministero della Cultura.
La non osservanza di tutte queste norme comportava la deportazione nel Caucaso per cinque anni, ma peggio andava a chi veniva sorpreso a predicare o a leggere la Bibbia con altre persone: la pena era la deportazione in Siberia ai lavori forzati.
La situazione rimase critica per gli stundisti per 10 anni: solo nel 1904 furono annullate le loro condanne in base alla legge del 1894, mentre il 17 aprile 1905 lo zar Nicola II (1894-1918) promulgò finalmente l’editto di tolleranza, la legge sulla libertà di coscienza alle confessioni eterodosse, a patto che non facessero proselitismo, ma nel contempo la legge permetteva ai fedeli ortodossi di lasciare il proprio credo religioso per un’inoslavie (un’altra confessione cristiana). Nel frattempo gli stundisti superstiti erano confluiti nel movimento battista russo, e ancora oggi sopravvive la loro usanza di riunirsi per leggere e commentare le Sacre Scritture.  

La dottrina

La dottrina stundista (chiaramente d’ispirazione protestante-battista), che fu messa a punto solamente negli anni ’70 del XIX secolo, era basata sui seguenti punti:

  • Centralità delle Sacre Scritture, ma rifiuto dei scritti della tradizione.
  • Rifiuto dei rituali ortodossi, del culto mariano, dei santi, degli angeli e delle icone.
  • Salvezza sola fide.
  • Sacerdozio universale dei credenti.
  • Rifiuto della confessione auricolare, celebrazione della Cena del Signore e del battesimo per immersione.