Teodato (o Teodoto) di Bisanzio, detto il Pellaio o il Conciatore (III secolo)

Teodato (o Teodoto), un conciatore di pelli di Bisanzio, che aveva abiurato durante una persecuzione, si recò a Roma durante il papato di Vittore (189-198), dove, pur accettando l'atto di fede degli Apostoli, insegnò che Gesù fosse semplicemente un uomo (psilos anthropos) e vissuto come gli altri uomini.

T. fu scomunicato, per l'appunto, da Papa Vittore per questo concetto e anche perché predicava che, al momento del battesimo di Gesù nel Giordano, il Cristo era sceso su di Lui sotto forma di una colomba e, solo da quel momento, Gesù era stato "adottato" come figlio da Dio. Questo fatto non lo rese Dio, ma lo diventò dopo la Sua resurrezione. Da ciò derivò la dottrina di adozionismo, attribuito alla setta fondata da T., detta anche dei teodoziani.

L'operato di T. fu portato avanti da un omonimo Teodato (o Teodoto), detto il Banchiere o il Cambiavalute e da Esclipedoto durante il papato di Zefirino (198-217). Intorno alla metà del III secolo l'adozionismo ebbe un revival con Artemone a Roma, ma soprattutto con Paolo di Samosata, il più preparato teologo, che avesse aderito a quest'eresia.