Famiglia di mercanti lucchesi protestanti, di cui si ricordano:
Ad Agostino Balbani viene tradizionalmente attribuita l'introduzione a Lucca delle idee riformatrici, da lui conosciute nei suoi viaggi come mercante nelle Fiandre. Le idee presero talmente piede che nel 1525 fu emanato un decreto, rinnovato nel 1533, mirante a distruggere qualsiasi scritto protestante.
Nato a Lucca nel 1522, figlio di Agostino e fratello di Turco, laureato a Ferrara in giurisprudenza nel 1547, Niccolò aderì negli anni '50 al protestantesimo, fuggendo a Lione nel 1555 in seguito alle persecuzioni. Decise poi di stabilirsi nel 1556 a Ginevra dove, completati gli studi teologici, diventò, nel 1561, pastore della chiesa italiana riformata come successore di Lattanzio Ragnoni, fino alla sua morte nel 1587.
Nel 1578 Niccolò fu il destinatario di una famosa missiva inviata da Francesco Pucci sulla naturale innocenza dell'uomo, sulla negazione del peccato originale e sull'inutilità del Battesimo.
A sua volta, Niccolò scrisse nel 1566 una traduzione del catechismo di Calvino e nel 1587 la biografia di Galeazzo Caracciolo, marchese di Vico (Historia della vita di Galeazzo Caracciolo, chiamato il signor Marchese, nella quale si contiene un raro e singolare esempio di costanza e perseveranza nella pietà e vasta religione), prestigioso esponente dell'aristocrazia napoletana, passato al protestantesimo. La biografia ebbe un notevole successo a Ginevra, nella versione tradotta in latino da Theodore de Bèze, e successivamente in inglese da William Crashaw (1572-1626) nel 1608. Questa versione inglese fu molto apprezzata nelle colonie del New England e persino dal noto predicatore puritano, Cotton Mather .
Figlio di Turco e nato a Lucca nel 1556, emigrato con i genitori per motivi religiosi a Ginevra all'età di un anno, sposò, nel 1586, Renea (o Renata), figlia di Michele Burlamacchi e autrice delle memorie del padre.
Cesare ricoprì importanti incarichi a Ginevra, come diacono della chiesa italiana e tesoriere della borsa italiana e morì nel 1621.
Manfredi Balbani nacque a Lucca nel 1544, ma si fece un'approfondita esperienza commerciale all'estero ad Anversa, Lione, Parigi e Norimberga. Abbandonata Lucca per motivi religiosi, Manfredi visse nei Paesi Bassi, in Francia e in Germania, e soprattutto ricoprì incarichi ufficiali di rappresentanza per conto della repubblica di Ginevra.
Sposò, in seconde nozze, la ricca e giovane contessa Diamante Pepoli e divenne ancora più benestante. Intorno alla fine del secolo XVI, Manfredi si trasferì in Francia, diventando banchiere al servizio del re Enrico IV (1589-1610), ma alla morte di quest'ultimo nel 1610, Manfredi non riuscì ad onorare i suoi debiti, a causa di forti capitali imprestati al re sulla parola, e, dopo un periodo di prigione, finì i suoi giorni povero e dimenticato da tutti.