Giulio Cassiano, da non confondere con il più noto Giovanni Cassiano, visse nel III secolo, mentre, secondo altri autori, egli insegnava in Egitto nel 170 circa.
Egli affermò che un corpo umano non poteva essere degno di accogliere Dio incarnato e quindi che l'umanità e le sofferenze di Gesù Cristo fossero più apparenti che reali, perché tutto ciò era un'apparenza. Fu, quindi, un caposcuola di uno dei vari filoni del docetismo (dal greco dokéin, cioè apparire).
In un altro lavoro, citato da Clemente Alessandrino, dal titolo "Sulla continenza e la castrazione", C. propone il concetto di encratismo, come astinenza sessuale, proibizione di contrarre matrimonio e di consumare carne, componente fondamentale dell'ascetismo monastico e della vita religiosa. Questa dottrina ha dato origine alla setta degli encratiti. Un altro argomento, sviluppato da C., fu quello della castrazione volontaria, per motivi religiosi, sempre rifiutata da filone ortodosso della Chiesa, ma praticato dal famoso filosofo Origene.