Kuhlmann, Quirinus (1651-1689) e Gesueliti

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Quirinus Kuhlmann

 

Premessa

Alla morte di Jacob Boehme, i suoi seguaci, detti behmenisti, si diffusero ovviamente in Germania, dove l'eredità spirituale di Boehme fu raccolta da Abraham von Franckenberg (1593-1652) e dal discepolo di questi, il luterano Johannes Schleffer (1624-1677), convinto quest'ultimo che il misticismo di Boehme potesse abbattere le barriere esistenti tra le varie confessioni religiose. Perseguitato dalle autorità luterane, Schleffer negli ultimi anni si convertì al Cattolicesimo e scrisse alcune opere con lo pseudonimo di Angelo Silesio.

Il discepolo più noto di Schleffer fu Quirinus Kuhlmann.

La vita

Il poeta mistico Quirinus Kuhlmann nacque a Breslavia il 25 febbraio 1651 da una famiglia luterana. Dopo aver studiato presso il locale ginnasio, K. scrisse, tra il 1668 ed il 1670, svariati libri di poesie.

Nel 1670 K. fu inviato a Jena per studiare giurisprudenza all'università, e qui ricevette attestati di stima nei suoi confronti, anche per la sua originalissima maniera di concepire la poesia: infatti la sua Himmlische Liebes-küsse (Baci d'amore divino) del 1671 fu una forma eccentrica di sonetto, ottenuto utilizzando un automa meccanico, in cui le parole intercambiabili tra loro generavano una serie di combinazioni esprimibile da un numero a 117 cifre! Nonostante la fama, K. decise di abbandonare l'ateneo tedesco per recarsi nel 1673 in Olanda all'università di Leida. Qui conobbe Schleffer, che lo introdusse alle opere di Boehme e questo fu l'ispirazione per uno dei suoi lavori più famosi, il Neubegeisterten Böhme (i nuovi entusiasti di Boehme), che lo rese popolare nell'ambiente dei mistici cristiani.

Nello stesso periodo, K. scrisse un'apologia dei Rosacroce, affermando che i contenuti della Fama Fraternitas (il testo base rosacrociano) erano in accordo con la Bibbia, e che la Sesta Era, ancora da venire, sarebbe stato chiamata l'Era Rosacrociana. K. desiderava accelerare l'avvento di questa nuova era e per questo fondò una confraternita denominata dei Gesueliti.

Tra il 1674 ed il 1677 K. visse, in giro per l'Europa, ad Amsterdam, Groningen, Lubecca, Amburgo, in Inghilterra ed in Francia. Fermamente convinto, come il suo maestro, che l'insegnamento potesse unire le confessioni religiose, K. si recò in Medio Oriente per cercare di convertire alla Cristianità, ovviamente senza successo, il Sultano turco [probabilmente Maometto IV (1648-1687), o suo fratello Solimano III (1687-1691)].

Ma il passo fatale lo fece poco dopo in Russia: K. fu invitato a Mosca nell'aprile 1689 dai circoli behmenisti, fondati dal mercante tedesco Konrad Nordemann (m. 1689) e dal pittore Otto Henin (m. 1689). Qui K. non fece troppo mistero sui suoi sogni millenaristici (la Russia doveva essere il luogo dove realizzare l'Era Rosacrociana) e inviò diverse petizioni al reggente e futuro zar Pietro I, detto il Grande [come reggente di Ivan V: 1682-1696, come zar (poi imperatore): 1696-1725].

Le idee millenaristiche di K. e soci richiamarono l'attenzione del pastore protestante di Mosca, Meinecke, che li denunciò alle autorità. Si può legittimamente supporre che dette idee non piacessero neppure al Patriarca di Mosca Yakimovich (1674-1690) e alle autorità ecclesiastiche ortodosse, già alle prese a reprimere tentativi di scissioni interne (nel 1682 l'arciprete dissidente Avvakum era stato bruciato sul rogo). Quindi nello stesso 1689, K., Nordemann e Henin furono catturati a Mosca e processati. Henin non resistette alle torture in carcere e si tolse la vita, mentre K. e Nordemann furono condannati a morte per eresia. La sentenza fu eseguita il 4 ottobre 1689: i due furono rinchiusi in una gabbia di legno assieme a tutti gli scritti di K., considerati eretici, e bruciati vivi sul rogo.

Curiosità

L'episodio della condanna ed esecuzione di K. fu descritto anche nel romanzo Pietro I dello scrittore russo Aleksei Nikolaevic Tolstoy (1887-1945).