Marco era un maestro gnostico della scuola di Valentino ed attivo nella Gallia meridionale, e si autoproclamò profeta e mago. Aveva adottato una dottrina numerologica, che ricordava la Kabbalah ebraica.
Secondo Sant'Ireneo (ca. 140-200), M. frequentava le signore ricche e nobili dell'alta società, con il pretesto di farle partecipi della sua grazia, ma con il principale scopo di sedurle.
Sempre secondo Ireneo ed anche Epifanio, M., inoltre, eseguiva una complessa cerimonia di trasformazione di un miscuglio di vino ed acqua in un liquido di colore porpora, che diceva essere il sangue della grazia. Analogamente ad altri gruppi gnostici, la miscela probabilmente conteneva minuscole quantità di sperma o sangue mestruale, intesi come l'essenza dei generi umani.
Detta cerimonia fu condannata dalla maggioranza degli gnostici e aborrita dai giudeo-cristiani, per la legge ebraica di divieto di consumo di sangue.