Gnosticismo (dal I secolo)

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Pagina del Vangelo di San Tommaso, ritrovato a Nag Hammadi

 

La storia

Vasto movimento filosofico-religioso spontaneo e non uniforme, diffuso in Egitto e in Palestina dai tempi degli Apostoli, almeno fino al IV secolo. Le sue origini rimangono oscure: nacque probabilmente come movimento sincretico, teso a fondere, in vari momenti storici, religioni misteriche, astrologia magica persiana, zoroastrismo, ermetismo, kabbalah, filosofie ellenistiche, giudaismo alessandrino fino a giungere ad un sincretismo con il Cristianesimo dei primi secoli.

Detta forma però fu anche caratterizzata da un forte antinomismo, vale a dire da tendenze anarchiche e dal rifiuto di norme legali, e, a maggior ragione, di una Chiesa Cattolica organizzata. E proprio quest'ultima forma, gnostico-cristiana, che venne combattuta dai Padri della Chiesa come Ireneo, Giustino, Tertulliano, che ne rimasero per secoli l'unica fonte di informazione fino al 1945. In quell'anno furono scoperti i manoscritti in copto a Nag Hammadi, nei pressi del villaggio di Al-Qasr, in Egitto, un gruppo di 44 opere gnostiche, come ad es. il Vangelo di Filippo, quasi tutte sconosciute fino ad allora.

Il G., nel periodo di massimo sviluppo, intorno al II secolo, si distinse in due filoni principali:

Intorno al IV secolo, il G. confluì nella sua forma avanzata, il Manicheismo e nei secoli successivi influenzò tutta una serie di eresie, come ad esempio i pauliciani, i bogomili ed i catari.

Ma vi fu anche una setta di G., che, isolandosi geograficamente, giunse a noi in forma molto pura: si tratta dei Mandei, tuttora abitanti nell'Iraq meridionale.

Più recentemente, a parte il vasto fenomeno delle chiese gnostiche moderne del XIX e XX secolo, il G. ha influenzato molti studiosi cristiani, come Pierre Teilhard de Chardin, Paul Tillich, Mary Baker Eddy e la sua Christian Science e non cristiani come il grande psicanalista Carl Jung, che dichiarò: la gnosi è indubbiamente la conoscenza psicologica, i cui contenuti derivano dall'inconscio.

Infine alcuni studiosi identificano parecchi elementi gnostici in quel confuso fenomeno sociale-filosofico attualmente di moda, che è la New Age.

La dottrina

Il G. deve il suo nome alla gnosi, cioè, come insegnavano i maestri gnostici, alla conoscenza di Dio e delle origini e destino della razza umana, attraverso la "rivelazione". Detta rivelazione era trasmessa direttamente da Cristo (nella forma gnostico-cristiana) ad una ristretta cerchia d'iniziati e non attraverso la gerarchia della Chiesa. Inoltre essa doveva giungere attraverso esperienze personali e non attraverso lo studio dei testi canonici.

Per gli G., Dio aveva emanato una serie di entità incorporee (eoni), per formare tutti insieme il Pleroma (pienezza del divino), ma l'ultimo degli eoni, Sophia (la Saggezza) o Barbelos si corruppe con la lussuria, creando il Demiurgo, creatore del mondo materiale. Per alcuni G., il Demiurgo era identificato con Yahweh, il Dio vendicativo del Vecchio Testamento, in contrasto con il Dio Buono del Nuovo Testamento: questa corrente di pensiero gnostico era detta dualistica. Tuttavia, avendo il Demiurgo creato il mondo materiale e gli uomini, sua madre Sophia o Barbelos, all'insaputa del figlio, aveva infuso in alcuni uomini la scintilla spirituale divina, che poteva permettere a costoro di giungere alla gnosi.

I G. tendevano, infatti, a rifiutare l'universalismo, dividendo gli uomini in:

  • Ilici o terreni,
  • Psichici che credevano nel Demiurgo, ma ignoravano l'esistenza di un mondo spirituale superiore a lui e
  • Pneumatici o spirituali (gli iniziati di cui prima), che erano dotati della scintilla divina.

Per portare informare gli iniziati della loro potenzialità inespressa, cioè la scintilla divina, fu inviato sulla terra l'eone Cristo come emissario di Dio e guida suprema.

Tuttavia Cristo non s'incarnò sulla terra come Gesù, ma fece sì che questo fatto apparisse agli uomini, e dal greco dokéin, cioè apparire, deriva questo pensiero filosofico, comune a molti G., cioè il docetismo.

Infine lo sviluppo di questa negazione del concreto e il relativo disprezzo per il mondo materiale portò, per esempio, molti G. a comportamenti quotidiani radicalmente opposti: dalla sessualità più sfrenata (Basilide, Carpocrate, borboriani, fibioniti, cainiti) alla castità e all'ascetismo più rigorosi (Saturnino).