Massimilla (profetessa montanista) (m. 179)

Profetessa montanista, Massimilla (o Maximilla) iniziò la predicazione assieme a Montano e a Priscilla nel 156 (o 157) a Pepuza (in Frigia).

Varie frasi di M. sono state riferite dai Padri della Chiesa come non ascoltate me, ma Cristo, indicativo del fatto che la profetessa riteneva, durante le estasi tipiche del montanismo, di essere l'incarnazione di Cristo stesso. Queste estasi profetiche preoccuparono non poco i vescovi cattolici, come Zotico di Cumana e Giuliano d'Apamea, i quali cercarono di esorcizzare M., giacché la credevano posseduta, ma furono fermati in tempo dal confessore di M., tale Temisone. A quest'ultimo (come anche ad un altro personaggio di nome Alessandro) fu malignamente attribuito il ruolo di amante di M: un palese attacco dei cristiani ortodossi al precetto montanista dell'assoluta castità.

M. morì nel 179 e profetizzò (erroneamente) dopo di me, non ci saranno più profetesse, ma solo la fine, un'ennesima profezia dell'imminente parusía (seconda venuta di Cristo), che nonostante l'evidente inesattezza, non tolse certo popolarità al movimento montanista.