Morato, famiglia (XVI secolo)

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Olimpia Morato

 

Di questa famiglia di umanisti riformati, si ricordano:

1) Morato, Fulvio Pellegrino (ca. 1483-1548)

L'umanista Fulvio Pellegrino Morato nacque a Mantova nel 1483 circa. Dopo aver sposato Lucrezia Gozzi, egli fu assunto come "lettore" (o professore) all'Accademia di Vicenza per sette anni (1532-1539) dove si fece notare per la forte propaganda anticlericale, mediante la lettura ai suoi allievi, tra cui Alessandro Trissino, di testi della Riforma, come la Christianae religionis institutio di Calvino. Queste attività di M. richiamarono l'attenzione degli inquisitori di Vicenza sulle cellule protestanti in città e forzarono M. a trasferirsi a Ferrara, alla corte di Renata d'Este, nota protettrice di riformatori. A Ferrara M. divenne professore di letteratura classica e precettore dei figli di Renata d'Este e fu definitivamente convertito, assieme alla figlia quindicenne Olimpia, alla Riforma stessa, da Celio Secondo Curione nel 1541.M. morì nel 1548 a Ferrara.

Curiosamente l'umanista mantovano è più universalmente conosciuto non tanto per il suo credo religioso, quanto per una serie di originali studi compiuti nel campo dei colori e del linguaggio dei fiori. Mediante la pubblicazione del libro Del significato de Colori, a Venezia nel 1535, M. lanciò la moda di un galateo dei colori, cercando di confermare le sue tesi mediante il ricorso ai classici, come Omero, Ovidio, Virgilio, Orazio, Boccaccio, Petrarca. Nell'appendice dello stesso libro (che avrebbe avuto ben otto edizioni), egli scrisse un curioso trattato (un divertimento per le signore, come diceva lui stesso) sul simbolismo e sul linguaggio dei fiori, sotto forma di dizionario: a determinati fiori corrispondevano specifiche frasi o pensieri.Comunque la fama di M. è anche dovuta a studi più seri, tra cui apprezzate edizioni critiche di opere di Dante e Petrarca.

2) Morato, Olimpia Fulvia (1526-1555)

Probabilmente la più famosa umanista donna del Rinascimento fu Olimpia Fulvia Morato, figlia di Fulvio Pellegrino e Lucrezia Gozzi, nata a Ferrara nel 1526. Fu educata, fin dalla tenera età, dal padre in lingua e letteratura latina e greca, rivelandosi inoltre un genio molto precoce in astronomia, botanica, zoologia e meteorologia.

All'età di 14 anni, Olimpia divenne compagna di studi della principessa Anna d'Este (1531-1607), figlia di Renata d'Este, e cinque anni più giovane di lei: con la principessa ella fu educata dai precettori, i fratelli Johann e Kilian Sinapius, originari di Schweinfurt, nella Baviera settentrionale. L'anno dopo, nel 1541, come già detto, fu convertita, assieme al padre, alla Riforma da Celio Secondo Curione.

Ma, nel giro di pochi anni, a causa della crescente pressione dell'Inquisizione e dei Gesuiti sul Duca Ercole II (1543-1559) (questi aveva perfino confinato la moglie Renata nel palazzo di San Francesco), Olimpia si trovò in una situazione sempre più difficile resa più penosa dalla morte del padre nel 1548.

Nell'inverno 1549 Olimpia decise di sposare il medico riformato Andreas Grundler (ca. 1506-1555), anch'egli di Schweinfurt come i fratelli Sinapius, e che si era laureato in medicina a Ferrara: una scelta di campo coraggiosa dell'umanista ferrarese, che lei confermò anche nella primavera 1550, quando, assieme a Lavinia Franciotti della Rovere Orsini, cercò inutilmente di intercedere per la liberazione del fornaio di Faenza, Fanino Fanini, imprigionato come predicatore calvinista e successivamente giustiziato il 22 agosto dello stesso anno.

Le crescenti persecuzioni contro i protestanti italiani convinsero Olimpia di emigrare in Germania nell'estate 1550 con il marito e con il fratellino Emilio di otto anni. Essi si stabilirono a Schweinfurt, dove Andreas fu nominato medico della città bavarese e dove Olimpia, incoraggiata da Curione, tradusse i Salmi in greco e mantenne una fitta corrispondenza con riformatori in tutta Europa.

Nell'aprile 1553, durante la cosiddetta Seconda Guerra dei Margravi (1552-1555), Schweinfurt fu occupata da Albrecht Alcibiades di Brandenburg-Kulmbach (margravio: 1551-1554), ma la peste colpì occupanti e cittadini, e peggio ancora la città fu assediata dalle truppe avversarie di Weigand von Redwitz (1522-1556) e Melchior Zobel von Guttenberg (1544-1558), principi-vescovi rispettivamente di Bamberg e di Würzburg. La capitolazione avvenne nel giugno 1554: la città fu messa a ferro e fuoco e Olimpia, Emilio e Andreas si salvarono per il rotto della cuffia, sebbene il medico fosse imprigionato per un breve periodo. Purtroppo essi persero tutti i loro averi, compresi moltissimi manoscritti della scrittrice.

Vagarono per un mese di città in città e la salute di Olimpia peggiorò sensibilmente, a causa di frequenti attacchi di malaria. Finalmente, nel luglio 1554, i conti di Erbach, Georg V (1539-1569) e Valentin II (1539-1563), offrirono a Grundler un posto di professore in medicina all'università di Heidelberg e l'umanista Jacobus Mycillus (nome umanistico di Jacob Moeltzer) invitò Olimpia a dare lezione di greco.

Nell'ultimo anno della sua vita a Heidelberg, Olimpia riuscì a ricostruire, a memoria, alcuni suoi poemi distrutti, a riformare una nuova biblioteca con l'aiuto di Curione e a riprendere i contatti con i più famosi riformatori, come Pier Paolo Vergerio, a cui chiese di tradurre il Grande Catechismo di Lutero in italiano, ritenendo che potesse essere di grande utilità "ai nostri italici, specialmente alla gioventù" (tuttavia Vergerio non poté esaudire la richiesta).

Ma la sua salute era definitivamente compromessa: il 26 ottobre 1555, all'età di soli 29 anni, Olimpia morì di tubercolosi, seguita, alcune settimane dopo, dal marito e dal fratello, uccisi dalla peste.

L'amico di sempre, Celio Secondo Curione, pubblicò l'opera omnia di Olimpia, presso Pietro Perna, nel 1558 (le ristampe aggiornate furono del 1562, 1570 e 1580).