Turlupini (XIV secolo)

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Place de Gréve (luogo dell'esecuzione di Jeanne Dabenton)

Olio su tela di Nicolas J.B. Raquenet (1715-1793)(Museo Carnavalet - Parigi)

Nella seconda metà del XIV secolo, l’offensiva dell’Inquisizione mieteva vittime tra gli adepti di diversi movimenti eretici dell’epoca, come i Fratelli del Libero Spirito o i Begardi e Beghine: si ricordano tra i condannati al rogo Berthold Rohrbach a Spira nel 1356, l’anziana beghina Metza von Westenhove a Strasburgo nel 1366, il tessitore Johannes Hartmann ad Erfurt nel 1367, Konrad Kannler ad Eichstadt nel 1381 e Nicola da Basilea a Vienna nel 1395.

Tra i processi, seguiti dagli immancabili roghi, fece notizia quello del 1372 a carico di una setta che si era espansa nella Francia settentrionale, in Germania e nei Paesi Bassi, e che si diceva fosse originaria della zona della Savoia e del Delfinato (nel sud-est della Francia). Questa setta fu definita dei turlupini, ma furono chiamati anche caignard, o (con la tipica confusione dottrinale dell’epoca, che tendeva a fare di tutte le erbe un fascio) bulgari (nel senso di bogomili) o valdesi.

È più probabile invece che i turlupini (o Fraternità dei Poveri) fossero imparentati con i fratelli del Libero Spirito, con i quali avevano in comune il concetto che la perfezione cristiana, che essi avevano raggiunto, li permetteva di poter commettere qualsiasi atto senza correre il rischio di peccare, secondo il detto di San Paolo: Tutto è puro per i puri (Lettera a Tito 1,15).

La principale ideologa della setta era la parigina Jeanne Dabenton (o Daubenton o Daubentonne o Dabentonne), che predicava la povertà, il girare completamente nudi, la riduzione di tutti i doveri religiosi ad una semplice preghiera silenziosa, ed il concetto che non era peccaminoso soddisfare le proprie passioni e i desideri dei sensi per i “santi” (cioè i seguaci di queste idee), quindi che non c’era nulla di cui vergognarsi degli atti sessuali. Alcuni autori cattolici riportarono che essi, convinti di questi concetti, si lasciavano andare ai più scatenati e vergognosi eccessi sessuali.

Comunque sia, il 4 luglio 1372 la setta fu condannata e i suoi seguaci scomunicati da Papa Gregorio XI (1370-1378): la Dabenton, con altri suoi seguaci, fu bruciata nello stesso 1372 in Place de Grève, a Parigi, per ordine del re francese Carlo V (1364-1380).

Curiosità

Contrariamente a quanto si possa pensare, il verbo “turlupinare” non deriva affatto da questa setta, bensì da un buffone, o attore, francese della commedia dell’arte del ‘600, Henri Legrand (1587-1637), detto Belleville o Turlupin, che faceva spesso uso di battute maliziose, beffe di cattivo gusto e ambiguità varie, chiamate, per l’appunto, turlupinate.