Gherlandi, Giulio (ca. 1520-1562)

Il lanternaio veneto Giulio Gherlandi era nato, figlio naturale del curato del paese, a Spresiano (o Spaziano, vicino a Treviso) nel 1520 circa. In gioventù fu un prete mancato per aver abbandonato il seminario con l'intento di entrare in una comunità anabattista, dove conobbe Francesco Della Sega e Antonio Rizzetto. Partecipò inoltre ai Collegia Vicentina del 1546, dove si riunirono i principali anabattisti e antitrinitariani veneti dell'epoca.

Nel 1557, in seguito ai processi nel Veneto contro gli anabattisti (scaturiti dalle confessioni di Pietro Manelfi) G. fuggì con Della Sega e Niccolò Buccella in Moravia, entrando in una comunità hutterita ad Austerlitz. Da qui, due anni dopo, nel 1559 ritornò in Italia con una lettera ufficiale della chiesa di Moravia, oramai per lui "chiesa santa, immaculata, separata da' peccatori, senza ruga o machia o alcuna cosa simile", come risulta dai verbali dei suoi interrogatori del 1561. Venne imprigionato una prima volta, riuscendo poi ad evadere, tuttavia nel 1561 l'Inquisizione lo catturò a Venezia. Fu processato e condannato alla pena capitale per annegamento, sentenza eseguita nel Canale dell'Orfano (nella laguna veneta) nel 1562.