Thomas Cromwell nacque nel 1485 ca. a Putney (oggi un sobborgo di Londra) da un padre alcolizzato, che aveva fatto tanti mestieri e non tutti propriamente legali. Da giovane C. aveva ben presto lasciato la famiglia per viaggiare in Europa, intraprendendo il mestiere di soldato, banchiere, e impiegato, per ritornare infine a Londra dove si laureò in legge. Poco dopo, intorno alla metà degli anni '20, C. entrò al servizio del cardinale Thomas Wolsey (1474-1530) come suo segretario. Questi, Lord Cancelliere durante il regno di Enrico VIII d'Inghilterra, cadde in disgrazia nel 1529 a causa della sua inefficienza dimostrata durante le trattative per la separazione del re dalla prima moglie Caterina d'Aragona. A questo si unì l'accusa, nel 1530, di violare a suo favore gli statuti, denominati Praemunire ed editti nel 1353, 1365 e 1393, i quali concedevano che le cause legali coinvolgenti uomini di chiesa fossero portate davanti a corti papali fuori dall'Inghilterra, solo dopo il beneplacito del re. Wolsey fu messo sotto accusa, ma morì di malattia il 30 novembre 1530 durante il suo trasferimento a Londra.
In seguito alla morte del suo protettore, nel 1531 C. passò direttamente al servizio di Enrico VIII. Nel gennaio 1535 egli fu nominato dal re Vicario Generale e in estate ricevette il mandato organizzare la visita di ispettori in tutte le chiese ed i monasteri del regno. Dopo aver rilevato gravi problemi nei monasteri, il re e C. decisero che essi dovessero essere chiusi e i loro beni incamerati dalla corona. L'attuazione del decreto del re fu eseguita nel 1536-39, gli stessi edifici furono distrutti, o in qualche caso, trasformati in abitazioni private.
Quest'azione provocò una reazione popolare, che si concretizzò nel Pellegrinaggio di Grazia, un'insurrezione di 40.000 persone nel nord dell'Inghilterra, che si dice fosse sobillata dai nobili e dagli ambienti cattolici, preoccupati dall'enorme potere di C. Questi infatti aveva fatto una fulminante carriera da Cancelliere dello Scacchiere nel 1533 a Vicario Generale nel 1535 a Lord Gran Ciambellano nel 1539 a Conte di Essex nel 1540.
Dal punto di vista dottrinale, C. professava un moderato luteranesimo e conosceva quindi diversi partecipanti del circolo di luterani di Cambridge, soprannominato Piccola Germania, fondato da Thomas Bilney e di cui facevano parte alcuni monaci del convento agostiniano, come Robert Barnes (1495-1540) e Miles Coverdale, interessati ad approfondire le dottrine sviluppate dal loro più famoso confratello di Wittenberg e cattedratici dell'università, come lo stesso Bilney e Hugh Latimer.
L'interesse di C. per i luterani lo spinse a patrocinare la loro causa: fece nominare Hugh Latimer vescovo di Worcester, cercò di invitare in Inghilterra senza successo Melantone, mantenne buoni rapporti con i principi dell'Europa settentrionale che già avevano aderito alla Riforma, come il Duca di Cleves, Giovanni III (1521-1539), detto il Pacifico.
C. cercò di spingere la monarchia verso questa forma di chiesa riformata, facendo adottare i Dieci Articoli (The Ten Articles), articoli di fede di chiara ispirazione luterana (sola fide e semplificazione a soli tre Sacramenti) e, con le Ingiunzioni Reali del 1538, fece mettere una Bibbia in latino ed una in inglese in ogni chiesa (sola scriptura!). Autorizzò inoltre, nel 1539, assieme all'amico Thomas Cranmer, diventato nel 1532 arcivescovo di Canterbury, la pubblicazione della Grande Bibbia, redatto da Miles Coverdale. Sfortunatamente per C., l'esperimento non poté avere seguito, perché egli cadde in disgrazia nel 1539, in quanto venne ritenuto il responsabile del matrimonio, poi fallito, del re con Anna, figlia del Duca Giovanni di Cleves, uno dei nobili protestanti, che, come già detto, C. teneva in alta considerazione.
Enrico VIII trovò la promessa sposa addirittura disgustosa ("una grassa giumenta delle Fiandre" fu il suo commento!), anche se il suo famoso ritratto, dipinto da Hans Holbein il giovane, non darebbe quest'impressione. Il matrimonio, in ogni caso, non fu mai consumato e C. cadde rapidamente in disgrazia.
Ne approfittarono i suoi nemici di sempre, il duca di Norfolk (la cui nipote Caterina Howard era la nuova fiamma del re) e l'entourage cattolico: C. fu arrestato, privato dei titoli, quindi condannato per tradimento e decapitato nella Torre di Londra il 28 luglio 1540. Probabilmente questa non fu la punizione che Enrico VIII voleva riservare a C., ma l'azione di Norfolk e alleati fu così rapida che al re non restò che piangere un po' ipocritamente il suo "più fedele servo".
Nello stesso anno furono perseguitati diversi amici di C., sospettati di simpatie con il luteranesimo e fortemente dissidenti sui Sei Articoli (The Six Articles) voluti da Enrico VIII nel 1539 e d'ispirazione dottrinale cattolica, che comprendevano, tra l'altro, la validità del dogma della transustanziazione, l'Eucaristia sotto una sola specie, il celibato per i prelati, le Messe private e la confessione. Il luterano Robert Barnes fu bruciato qualche giorno dopo sullo stesso rogo assieme ai confratelli Thomas Garret e William Jerome, Hugh Latimer dovette rassegnare dal suo incarico, e lo stesso arcivescovo Thomas Cranmer, che nel frattempo si era sposato con la nipote del riformatore luterano Andreas Osiander, dovette mandare la moglie Margaret all'estero per quattro anni in attesa di tempi migliori.