Niemöller, Martin (1892-1984) e la Chiesa Confessante

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Friedrich Gustav Emil Martin Niemöller

I primi anni e l’appoggio a Hitler

Il teologo tedesco Friedrich Gustav Emil Martin Niemöller, figlio di pastore luterano, nacque il 14 gennaio 1892 in Lippstadt. All’età di 18 anni, egli divenne cadetto nella Marina tedesca e, durante la Prima Guerra Mondiale, si distinse con il grado di comandante di sottomarini (i famosi U-boot) sui quali compì audaci azioni di guerra, che gli valsero la decorazione con la Croce di Ferro di Prima Classe. Alla fine della guerra, N. dapprima si arruolò nei Freikorps (eserciti privati costituiti nel 1919 contro il pericolo di invasione da parte dell’Armata Rossa e contro tentativi di rivoluzioni socialiste interne), poi abbandonò la carriera militare per intraprendere quella religiosa, studiando teologia al seminario di Münster e diventando, dopo l’ordinazione il 29 giugno 1924, un predicatore evangelista [la sua storia, pubblicata nel 1933, fu riassunta nel libro autobiografico Vom U-boot zur Kanzel (Dagli U-boot al pulpito)].

Tuttavia, non diminuì il suo interesse per la politica e rimase per anni un ardente sostenitore di Adolf Hitler (1889-1945), anche dopo il 1929, anno in cui fu assegnato come pastore alla Chiesa di Gesù Cristo a Dahlem, un sobborgo di Berlino.

La persecuzione delle chiese evangeliche tedesche

Ancora nel 1933, N. si pronunciava a favore del partito nazista come un “movimento di rinnovamento basato sulla fondazione morale Cristiana”, ma, poco dopo, iniziò a protestare per le vicende legate all’elezione del vescovo generale delle chiese evangeliche tedesche. Queste erano tenute sotto pesante pressione da parte delle autorità naziste, che avevano provveduto a far infiltrare elementi appartenenti alla formazione dei Cristiani tedeschi, un’organizzazione evangelica nazista, creata per portare nelle chiese protestanti tedesche le ideologie anti-ebree (culminate nel famigerato “Paragrafo ariano”), e per procedere ad un più rigoroso controllo di dette chiese, riunendole in un’unica organizzazione coordinata da un vescovo generale. N. (che, di tradizione famigliare anti-semitica, non era mai stato particolarmente favorevole con gli ebrei) si oppose a queste interferenze naziste, contribuendo alla formazione del movimento d’opposizione dei cosiddetti Neoriformatori con Dietrich Bonhoeffer.

Tuttavia, la maggior parte dei pastori evangelici s’illuse che si potesse scendere a patti con il nazismo, accettando il primato di un vescovo generale, per la cui posizione era stata avanzata la candidatura del pastore moderato Friedrich von Bodelschwingh jr. (1877-1946). Questi, regolarmente eletto il 27 maggio 1933, si dimise dopo un solo mese a causa delle pesanti intimidazioni e minacce della polizia del regime, portando a nuove elezioni farsa, che si conclusero con la scontata nomina dell’amico personale di Hitler, il cappellano militare Ludwig Müller (1883-1945), eletto il 27 settembre 1933 vescovo del Reich. Durante il sinodo d’investitura di Müller, 75 dei 229 delegati presenti abbandonarono la riunione, quando passò la mozione che proibiva la presenza di pastori, o di loro mogli, che avessero sangue ebreo.

I Neoriformatori si sciolsero e, nello stesso mese di settembre, dopo aver mandato una lettera a tutti i pastori tedeschi, N. fondò a Berlino la “Lega di emergenza dei pastori” (Pfarrernotbund), che aiutava i ministri di culto arrestati o minacciati e che, entro la fine del 1933, contava 7036 pastori tedeschi iscritti (quasi la metà del totale).

La Chiesa Confessante

In seguito, il 29 maggio 1934, al sinodo di Barmen, egli contribuì, assieme a Bonhoeffer, Barth ed altri pastori protestanti alla fondazione della Chiesa Confessante (Bekennende Kirche), in opposizione al processo di “nazificazione” delle chiese evangeliche tedesche. Parteciparono 87 tra teologi e pastori e 52 delegati delle chiese luterane, riformate ed evangeliche unite.

Il sinodo si concluse con la famosa Confessione di Barmen con sei tesi che ribadivano l’autonomia della Chiesa Evangelica Tedesca dalle false verità, dai padroni (all’infuori di Gesù Cristo), dalle convinzioni ideologiche e politiche del momento, dai capi dispotici, dal tentativo di farla diventare parte dello stato, dal tentativo di porre la parola e l’opera del Signore al servizio di piani od obiettivi di terze parti.

L’arresto e la reclusione in campi di concentramento

Tuttavia molti storici sono portati a credere che le motivazioni di N. fossero meramente opportunistiche, che egli non avesse nulla contro la politica hitleriana di repressione degli ebrei, e che si fosse ribellato al nazismo, solo quando questo aveva incominciato ad attaccare l’autonomia delle chiese evangeliche tedesche, ed in effetti, il 27 giugno 1937, egli si espose in prima persona, tuonando dal pulpito contro l’arresto di membri della Chiesa protestante.

Comunque sia, la coraggiosa presa di posizione costò a N. l’arresto quattro giorni dopo (1 luglio 1937): tenuto senza processo per otto mesi in galera, fu infine condannato il 2 marzo 1938 ad una multa di 2000 marchi per attività contro lo stato e rilasciato, ma all’uscita dal tribunale fu arrestato dalla Gestapo, che lo fece internare nei campi di concentramento di Sachsenhausen e Dachau fino al 1945. Più volte Joseph Goebbels (1897-1945) cercò di convincere Hitler di far giustiziare il pastore, ma il Führer non acconsentì mai, forse perché non intendeva esasperare l’ambiente protestante tedesco. Nel 1945, negli ultimi mesi di guerra, N., assieme ad altri importanti prigionieri politici, fu trasferito dalle SS in Austria per essere ucciso, ma il piano non fu mai eseguito, giacché i prigionieri furono liberati dagli alleati.

Gli anni dopo la guerra

Dopo il suo rilascio nel 1945, N. divenne nel 1947 presidente della Chiesa Evangelica in Hesse-Nassau, posizione che detenne fino al 1961. Le polemiche sul suo atteggiamento anti-semitico e accondiscendente verso il nazismo si stemperarono grazie ai frequenti mea culpa recitati dal pastore tedesco, il più rilevante dei quali fu la Dichiarazione di Colpevolezza di Stoccarda, firmata dalle figure più in vista della Chiesa tedesca, e in cui si ammise che la Chiesa protestante non aveva fatto sufficiente resistenza contro i nazisti.

Nel 1945 N. scrisse un poema che divenne un simbolo dell’immobilismo della Chiesa protestante tedesca durante il nazismo:
Dapprima essi vennero per i comunisti,
e io non dissi nulla,
perché non ero comunista,
Poi vennero per gli ebrei,
e io non dissi nulla,
perché non ero ebreo,
Poi vennero per i cattolici,
e io non dissi nulla,
perché ero protestante,
Poi vennero per me,
e allora non c’era rimasto,
più nessuno per dire qualcosa per me.

Negli anni ’50, N. fu un attivista per il disarmo nucleare (soprattutto dopo un incontro con Otto Hahn, il padre della chimica nucleare) ed un accanito pacifista: partecipò a marce pacifiste, nel 1967 visitò a Hanoi il leader comunista nord vietnamita Ho Chi Minh (con grande sconcerto degli USA), nello stesso anno ricevette il Premio Lenin per la Pace, e nel 1971 la Gran Croce di Merito della Germania Occidentale. Divenne inoltre un membro del Comitato per la Pace Mondiale e fu presidente del Concilio Mondiale delle Chiese dal 1961 al 1968.
N. morì a 92 anni il 6 marzo 1984 a Wiesbaden.