Harnack, Adolf von (1851-1930)

Fare clic per visualizzare la foto

Adolf von Harnack

I primi anni

Il famoso teologo e storico protestante tedesco Adolf von Harnack nacque il 7 maggio 1851 a Dorpat (oggigiorno Tartu), in Livonia (parte dell’attuale Estonia), figlio (gemello più vecchio del fratello Axel) del professore in teologia luterana Theodosius Andreas Harnack (1817-1889) e della moglie Anna Carolina Maria Ewers. All’età di due anni, H. seguì la famiglia ad Erlangen, in Baviera, ma nel 1857 H. rimase, a soli sei anni, orfano di madre. Fu quindi allevato dal severo padre per seguire proprio le orme paterne: dapprima studiò, dal 1869 al 1872, all’università di Dorpat sotto la guida di Moritz von Engelhardt (m. 1881), che gli inculcò l’importanza di studiare le fonti originarie e l’uso critico del testo biblico.

A Lipsia e a Giessen

Successivamente entrò all’università di Lipsia, dove si laureò in teologia nel 1874 e dove, nello stesso anno, iniziò a tenere delle lezioni soprattutto sullo gnosticismo (in particolare lo affascinava la figura di Marcione) e sull’apocalisse. Il successo delle sue lezioni lo mise in luce e nel 1876 fu nominato professore straordinario. Sempre nel 1876 egli iniziò le pubblicazioni, assieme ad Oscar Leopold von Gebhardt (1844-1906) e Theodor Zahn (1838-1933), della Patrum apostolicorum opera. Fondamentale per la teologia di H. fu l’incontro con Albrecht Ritschl a Gottingen nel 1877.
Nel 1879 H. si sposò con la cattolica Amalie Thiersch (1858-1937) (da cui ebbe quattro figli) e fu chiamato come Professore Ordinario di Storia della Chiesa presso l’università di Giessen (nello stato tedesco dell’Assia) e colà continuò la collaborazione con Gebhardt nella rivista Texte und Untersuchungen zur Geschichte der altchristlichen Literatur (Testi ed indagini sulla storia dell’antica letteratura cristiana), ma soprattutto pubblicò nel 1885 il primo dei tre volumi del suo Lehrbuch der Dogmengeschichte (Testo di storia dei dogmi), in cui tracciò la nascita del dogma cristiano nel IV secolo, lo stretto intreccio fra Cristianesimo e filosofia greca, e l’evoluzione del dogma fino alla riforma protestante. Fu però la pubblicazione del secondo volume a suscitare vive polemiche, quando H., utilizzando i principi della critica storica secondo Ritschl, contestò l’autorevolezza del Vangelo di Giovanni e l’istituzione del battesimo da parte di Gesù in nome della Trinità. Queste polemiche investirono anche il rapporto di H. con suo padre, che si vedeva in disaccordo con il figlio sui valori fondamentali del Cristianesimo.

Il periodo a Berlino

Nel 1886 H. fu chiamato all’università di Marburg, e, due anni dopo, a quella di Berlino, dove nonostante la forte opposizione della Chiesa luterana, ebbe un grande successo e le sue lezioni mattutine vennero costantemente seguite da più di 400 studenti. A Berlino, dove H. rimase come docente per ben 42 anni, un ulteriore motivo di conflitto con le autorità religiose fu la sua convinzione che il credo apostolico dovesse essere escluso dal culto, come scrisse nel Das Apostolische Glaubensbekenntnis (La confessione apostolica di fede) del 1892. Più volte le autorità luterane cercarono di farlo rimuovere dal suo posto, ma l’intervento diretto del cancelliere Otto von Bismarck (1815-1898), su consiglio personale del kaiser Wilhelm II (re: 1888-1918), protesse H. dalle ritorsioni.
La convinzione di H. della necessità di una rigorosa critica storica del Cristianesimo fu ulteriormente ribadita nel 1899 in uno dei suoi più famosi libri Das Wesen des Christentums (L’essenza della Cristianità), tratto dal testo delle sue lezioni universitarie. Fu questo libro, nel quale H. dichiarò che una critica rigorosamente storica poteva finalmente setacciare il “chicco senza tempo” della Cristianità dalle sue “bucce”, formatesi nelle varie epoche, ad essere contestato dal teologo francese Alfred Loisy, autore de L'Evangile et l'Eglise (Il Vangelo e la Chiesa) (1902), che dichiarò di aver voluto "una riforma essenziale dell’esegesi biblica, di tutta la teologia e perfino del cattolicesimo in genere". Al libro di Loisy fu rifiutato l’imprimatur e a quest’episodio viene fatto risalire l’inizio del movimento modernista, scomunicato dalla Chiesa cattolica nel 1907.
Tornando a H., nel periodo tra il 1900 ed il 1914, egli, scrittore particolarmente prolifico, pubblicò 455 scritti tra libri, riviste e conferenze, tra cui degni di nota sono Geschichte der altschristlichen Literatur bis Eusebius (Storia dell’antica letteratura cristiana fino ad Eusebio) in tre volumi, e Die Mission und Ausbreitung des Christentums in den ersten drei Jahrhunderten (La missione e l’espansione della Cristianità nei primi tre secoli).

L’attività pubblica e gli ultimi anni

H. ricoprì diverse cariche pubbliche durante la sua vita: da consulente politico a membro dell’accademia delle scienze a direttore della Biblioteca di Stato. Per i suoi meriti fu ammesso alla nobiltà prussiana (da qui l’aggiunta del von al suo cognome) nel 1914. In politica egli interpretò i dubbi di una certa cultura liberale, lottando contro l’imperialismo tedesco, ma nel contempo sostenendo l’entrata della Germania in guerra nel 1914. Dopo la sconfitta tedesca del 1918, egli s’impegnò in favore della democrazia sociale durante la repubblica di Weimar (1919-1933), al crollo della quale non assistette, giacché morì a Heidelberg il 10 giugno 1930.

Il giudizio della Chiesa cattolica

Vale la pena di riportare qui il pensiero su H. di Papa Benedetto XVI, come da lui recentemente (settembre 2006) espresso nel suo discorso presso l’Università di Regensburg ai rappresentanti della scienza: “Come pensiero centrale appare, in Harnack, il ritorno al semplice uomo Gesù e al suo messaggio semplice, che verrebbe prima di tutte le teologizzazioni e, appunto, anche prima delle ellenizzazioni: sarebbe questo messaggio semplice che costituirebbe il vero culmine dello sviluppo religioso dell'umanità. Gesù avrebbe dato un addio al culto in favore della morale. In definitiva, Egli viene rappresentato come padre di un messaggio morale umanitario. Lo scopo di Harnack è in fondo di riportare il cristianesimo in armonia con la ragione moderna, liberandolo, appunto, da elementi apparentemente filosofici e teologici, come per esempio la fede nella divinità di Cristo e nella trinità di Dio. In questo senso, l'esegesi storico-critica del Nuovo Testamento, nella sua visione, sistema nuovamente la teologia nel cosmo dell'università: teologia, per Harnack, è qualcosa di essenzialmente storico e quindi di strettamente scientifico. Ciò che essa indaga su Gesù mediante la critica è, per così dire, espressione della ragione pratica e di conseguenza anche sostenibile nell'insieme dell'università”.