Diodati, famiglia (XVI e XVII secolo)

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Giovanni Diodati

 

Famiglia di riformatori esuli lucchesi (per la particolare situazione di Lucca nel XVI secolo, vedi Burlamacchi) del XVI e XVII secolo, di cui si ricordano:

1) Diodati, Pompeo (1542-1602)

Figlio di Niccolò (di Alessandro) Diodati (1511-1544), discepolo di Pier Martire Vermigli e primo a convertirsi alla Riforma, e della moglie Zabetta Arnolfini, Pompeo si accostò alle idee riformiste durante un viaggio in Piemonte e a Lione. Nel 1563 si recò a Venezia, nel 1564 nuovamente a Lione, e nel 1565 a Ginevra, ma tornato infine in patria, dovette fuggire poiché era stato denunciato all'Inquisizione.

Nel 1566 andò quindi definitivamente in esilio, a Lione, e qui venne raggiunto dalla madre e dalla futura moglie Laura Calandrini. Nel 1567 egli riparò con la propria famiglia e con quelle di Michele Burlamacchi e di Benedetto Calandrini presso la duchessa Renata d'Este, gran protettrice della causa calvinista.

Dopo varie vicissitudini in Francia, culminate con la strage degli Ugonotti, perpetrata la notte di San Bartolomeo (23 Agosto) del 1572, P., assieme a Michele Burlamacchi, decise nel 1575 di recarsi a vivere a Ginevra. Qui riprese l'attività di mercante nel commercio della seta, mettendosi in società con Carlo Diodati, padre di Giovanni (vedi sotto) e con Francesco Turrettini, e ricoprì importanti incarichi cittadini.

Morì nella città svizzera nel 1602.

2) Diodati, Carlo (1541-1625)

Il padre di Carlo era Michele Diodati, per tre volte gonfaloniere della città e consigliere della Repubblica: nel 1541, durante un incontro a Lucca dell'imperatore Carlo V (1519-1556) con Papa Paolo III (1534-1549), la moglie di Michele, Anna Buonvisi (figlia di Martino, anche lui gonfaloniere e inoltre ambasciatore della repubblica presso l'imperatore), diede alla luce un bambino. L'imperatore in persona si offrì di fare da padrino chiedendo che il neonato fosse battezzato con il suo nome (Carlo) e il papa si offrì di celebrare il battesimo!

Tuttavia la situazione cambiò radicalmente nel 1558, quando Michele, caduto in disgrazia per l'accusa di eresia, fu incarcerato nelle prigioni dell'Inquisizione di Roma per diversi mesi.

Carlo venne a contatto con la Riforma durante i suoi viaggi di lavoro a Lione e fu bandito da Lucca il 3 marzo 1568 come eretico: si trasferì a Ginevra, dove nel 1572 gli fu riconosciuta la cittadinanza della città e dove nel 1573 entrò nel Consiglio dei 200. Morì nel 1625.

3) Diodati, Giovanni (1576-1649)

Il più illustre rappresentante della famiglia fu senz'altro Giovanni, il notissimo teologo calvinista, nato a Ginevra il 3 Giugno 1576 da Carlo Diodati e dalla sua seconda moglie, Maria Mei, e battezzato dal pastore Nicola Balbani. Egli studiò teologia con Theodore di Béze, successore di Calvino, presso l'Accademia di Ginevra, dove divenne dottore a soli 19 anni e successivamente approfondì la conoscenza della lingua ebraica ed aramaica all'università tedesca di Herborn, ottenendo la cattedra di ebraico a Ginevra a 20 anni, nel 1596. Nel 1600 G. sposò Maddalena, figlia di un altro noto esiliato religioso: Michele Burlamacchi. Dal suo matrimonio nacquero 4 figli.

Diventò molto noto per aver pubblicato a sue spese, nel 1607 a Ginevra, la prima edizione (la seconda, più ampia, è del 1641) della Bibbia, cioè i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento nuovamente translati in Lingua italiana da Giovanni Diodati di nation lucchese, una traduzione quindi in italiano, ma direttamente dagli originali in ebraico e greco antico. A questa seguirà nel 1608 il Nuovo Testamento del Signor nostro Iesu Christo. La Bibbia di Giovanni Diodati, con ben poche modifiche, è tuttora il testo di riferimento per gli evangelici italiani ed è conosciuta con il vezzeggiativo di "la diodantina". Nello stesso anno G. divenne rettore dell'Accademia di Ginevra, di cui rimase professore fino a quattro anni prima della sua morte.

G. visitò anche Venezia due volte tra il 1605 ed il 1608, sotto lo pseudonimo di Giovanni Coreglia, collaborando con il celebre fra' Paolo Sarpi (1552-1623) al progetto, mai andato in porto, di far passare la città alla Riforma. Infatti, in seguito all'interdetto lanciato sulla città da parte del papa Paolo V il 17 luglio 1606, Sarpi studiò questa clamorosa possibilità, tuttavia non se ne fece niente perché le vere motivazioni di Sarpi erano più politiche (contro lo strapotere del papato di Roma) che dottrinali (a favore della Riforma).

Nel 1618/9, accompagnato da Vincenzo Burlamacchi, G. fu inviato in rappresentanza della città e della chiesa di Ginevra al sinodo di Dort (o Dordrecht), dove il pensiero di Arminio (Jacob Hermanzoon) fu duramente condannato, i suoi seguaci, i Rimostranti, perseguitati, e furono elaborati i cinque punti del calvinismo, denominati Canone di Dort (depravazione totale, elezione non condizionata, espiazione limitata, grazia irresistibile e perseveranza dei santi). Su quest'ultimo argomento, se pur malato, intervenne G., colpendo favorevolmente l'uditorio.

Negli ultimi anni della sua vita, G. soffrì di una malattia al fegato e morì a Ginevra il 13 ottobre 1649, all'età di 73 anni.

4) Diodati, Teodoro (1573-1650)

Figlio di Carlo e fratello maggiore di Giovanni, Teodoro studiò medicina a Leida, trasferendosi poi in Inghilterra, diventando membro del Royal College of Physicians nel 1616 ed esercitando la professione per illustri pazienti, come i principi Enrico Federico e Elisabetta, fratelli del futuro re Carlo I (1625-1649).

T. ebbe tre figli (Charles, Philadelphia e John), di cui degno di nota è il primogenito Charles, grande amico del famoso poeta John Milton (1608-1674), che si disperò moltissimo alla sua prematura morte nel 1638.