Turrettini, famiglia (XVI e XVII secolo)

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Francesco (o François) Turretini

 

Famiglia di riformatori esuli lucchesi (per la particolare situazione di Lucca nel XVI secolo, vedi Burlamacchi) del XVI e XVII secolo, di cui si ricordano:

1) Turrettini, Francesco (1547-1628)

Figlio del gonfaloniere (capo magistrato) Regolo, Francesco Turrettini, nato a Lucca il 5 maggio 1547, fu il primo della famiglia a convertirsi alla Riforma. In seguito a questa decisione, F. si trasferì all'estero, a Lione, Ginevra (dal 1574 al 1579, e dove lo raggiunse la notizia della sua condanna, come eretico, e relativa confisca dei suoi beni, pronunciata a Lucca il 28 febbraio 1578), Anversa (dal 1579 al 1585), Francoforte, Basilea e Zurigo (dove si rifece una fortuna nel commercio della seta e sposò nel 1587 Camilla Burlamacchi, figlia di Michele), per stabilirsi definitivamente a Ginevra nel 1592. Nel 1627 fu accettato come cittadino di Ginevra ed eletto come membro dei Duecento e del Consiglio dei Quaranta. Assieme a Pompeo Diodati, Orazio Micheli (n. 1553), Fabrizio Burlamacchi e Cesare Balbani, F. creò il cartello dei commercianti di seta ginevrini, denominato La Grande Boutique.

Morì nel 1628, alla vigilia di una grave crisi economica, che segnò il declino dell'industria della seta, quindi la fortuna dei Turrettini, che, in ogni caso, sfornò da quel momento non più capaci mercanti, bensì ottimi teologi riformati.

2) Turrettini, Bénédict (1588-1631)

Figlio primogenito di Francesco, Bénédict (Benedetto) Turrettini, nato a Zurigo l'8 novembre 1588, era un apprezzato pastore riformato e dal 1612 professore di teologia. Nel 1620 fu delegato a partecipare al sinodo d'Ales, dove sostenne le ragioni di Franz Gomar contro Jacob Arminio e dove furono introdotte in Francia le decisioni del sinodo di Dordrecht (tuttavia negli ultimi anni della sua vita eglifu abbastanza tollerante verso gli arminiani). Ebbe sei figli, di cui il terzogenito fu Francesco (o François).

Morì a Ginevra il 4 marzo 1631.

3) Turrettini, Francesco (o François) (1623-1687)

Il più famoso della famiglia Turrettini, Francesco (o François), terzogenito di Bénédict, nacque il 17 ottobre 1623 a Ginevra, dove studiò all'accademia sotto la direzione di Giovanni Diodati, Friedrich Spanheim (1600-1649), Alexandre Morus (1578-1651) e Theodore Tronchin (1582-1657).

In seguito viaggiò per motivi di studio a Utrecht, Parigi [dove ebbe come maestri Pierre Gassendi (1592-1655) e David Blondel], Saumur, Montaubon e Nimes. A Saumur egli fu coinvolto in una disputa teologica con il teologo Moise Amyraut, fautore dell'universalismo ipotetico o condizionale (la volontà di Dio di salvare tutti a condizione che essi avessero creduto), contrapposto al concetto calvinista ortodosso della predestinazione degli eletti.

F. ritornò nel 1648 a Ginevra e fu nominato pastore della locale comunità italiana, mentre nel 1650 egli rifiutò la nomina alla cattedra di filosofia dell'accademia di Ginevra, e nel 1652 si recò a Leida come pastore della città, dopo la morte di Aaron Morus (1624-1652).

Richiamato indietro a Ginevra a furor di popolo nel 1653 fu nominato successore (nel 1657) di Theodore Tronchin come professore di teologia all'accademia, dove, nella sua attività educatrice, osservò una rigorosa ortodossia riformata, lottando contro divagazioni arministe o sociniane.

F. fu incaricato, diverse volte, di svolgere missioni all'estero a favore della repubblica di Ginevra, come nel 1661-62 quando, per cercare fondi necessari alla fortificazione delle mura della città svizzera, si recò presso gli Stati Generali in Olanda. Qui fu invitato a stabilirsi, ma rifiutò per ritornare a svolgere un'attività d'intermediazione a Ginevra, dove l'arminista Louis Trochin (1629-1705) (il figlio di Theodore) stava contestando la crescente intransigenza della Venerabile Compagnia dei Pastori.

Nel 1669 F. si sposò con Isabelle de Masse e dal matrimonio nacquero 4 figli, di cui sopravvisse solo l'ultimo, Jean Alphonse.

Nel 1675 F. fu autore, assieme a Johann Heinrich Heidegger (1633-1698) di Zurigo, Lukas Gernler (1625-1676) di Basilea ed ad altri riformatori, della Formula consensus Ecclesiarum Helveticarum Reformatarum, la confessione di fede calvinista, risposta ortodossa all'amyraldismo e che, dal 1679, i pastori e i professori dell'accademia ginevrina dovevano obbligatoriamente sottoscrivere.

Gli ultimi anni della sua vita furono amareggiati dalle notizie delle persecuzioni dei valdesi da parte dei Duchi di Savoia [Vittorio Amedeo II di Savoia (1675-1732) emise nel 1686 un editto, che stabiliva l'espulsione o la conversione forzata dei protestanti piemontesi] e degli ugonotti in Francia, dopo la revoca nel 1685 dell'editto di Nantes.

F. morì a Ginevra il 28 settembre 1687.

La sua attività letteraria comprende la monumentale opera principale Institutio Theologiae Elencticae (1679-82), diversi sermoni (1674), gli studi sulla Giustificazione di Cristo (1666), il trattato I papisti e le rivendicazioni dei riformati (1664).

4) Turrettini, Jean Alphonse (1671-1737)

L'unico figlio sopravvissuto di François, Jean Alphonse nacque a Ginevra il 13 agosto 1671 e studiò con il teologo arminista Louis Trochin, il filosofo cartesiano Jean Robert Chouet (1642-1731) e gli storici Friedrich Spanheim e Jacques Bénigne Bossuet (1627-1704). Conclusi brillantemente i suoi studi nel 1691, egli fece un viaggio in Olanda, in Inghilterra a Cambridge, conoscendo, fra gli altri, Isaac Newton (1642-1727), e in Francia, dove fu influenzato dalle idee di Nicholas Malebranche (1638-1715).

Ritornato a Ginevra per motivi di salute, nel 1693, all'età di 22 anni entrò a far parte della Venerabile Compagnia dei Pastori e nel 1697 accettò l'offerta di un professorato di Storia Ecclesiastica e successivamente, nel 1705, quella di docente di Teologia.

Il suo nome fu legato al periodo di liberalizzazione della disciplina ecclesiastica calvinista (fu uno dei principali artefici nell'abolizione nel 1706 del Consensus Helveticus, tanto voluto da suo padre), all'apertura dell'accademia ginevrina a materie non ecclesiastiche, come la matematica, e alle variazioni introdotte nella liturgia rigidamente riferita agli insegnamenti di Calvino. Fu uno dei più grandi pensatori irenici calvinisti dell'epoca e i suoi sforzi, che ricordavano un po' quelli del teologo luterano Georg Callisen (Calixtus), per una riunificazione con le altre anime del protestantesimo (luteranesimo e anglicanesimo) interessarono personaggi come il re di Prussia, Federico I (1701-1713), il filosofo Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716) e l'arcivescovo anglicano di Canterbury William Wake (1657-1737).

Nella sua opera più famosa, la Nubes testium pro moderato et pacifico de rebus theologicis judicio, et instituenda inter Protestantes concordia del 1719, egli cercò di distinguere fra dottrine fondamentali e sostanziali e insegnamenti protestanti non essenziali: solo i primi, punti fondamentali della fede, erano veramente necessari, per il resto era possibile trovare un accordo a patto che si ricorresse di più alla tolleranza ed al dialogo con le altre confessioni.

J. morì a Ginevra il 1 maggio 1737.