Ecolampadio (Heusegen o Hausschein), Johannes (1482-1531)

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Johannes Ecolampadio

 

La gioventù

Johannes Heusegen nacque nel 1482 a Weinsberg, vicino a Heilbronn, in Svevia, nella Germania meridionale da una stimata famiglia borghese originaria di Basilea, ma sulla grafia del suo cognome i testi riportano una grande varietà di scelte: Heusegen, Hussgen, Heussgen, Husegen, Husschyn, Hausschein, Huszgen. Più avanti, egli decise di adottare la versione umanistica Ocolampadius (Ecolampadio), che altro non era che la traduzione in Latino della fonetica haus schein, vale a dire luce della casa.

E. studiò a Weinsberg e Heilbronn, quindi alla facoltà di legge dell'università di Bologna, che però lasciò nel 1499 per iscriversi all'università di Heidelberg, dove studiò teologia e letteratura.

Nel 1510 fu ordinato sacerdote e ottenne il posto di predicatore nel suo paese natale, tuttavia non abbandonò gli studi, frequentando le università di Tübingen (dove conobbe Melantone), di Stoccarda, dove studiò greco antico, e, nuovamente, di Heidelberg, dove studiò l'ebraico e conobbe Johannes Brenz e Wolfgang Capito (1478-1541),

L'adesione alla Riforma

Nel 1515 E. divenne predicatore a Basilea e finalmente, nel 1518, dottore in teologia. Abbandonò la città svizzera e, dopo un periodo di 16 mesi ad Augsburg, dove simpatizzò con le idee luterane, entrò in un convento dell'ordine brigidino ad Altomünster (vicino a Monaco) nell'Aprile 1520.

Qui, tuttavia, entrò ben presto in conflitto con i suoi confratelli, quando espresse le sue varie idee concernenti lo studio approfondito delle Sacre Scritture rispetto alla Tradizione, l'opposizione alla Confessione e alla transustanziazione nell'Eucaristia. A causa della sua posizione, fu costretto a lasciare il convento nel Febbraio 1522 e divenne per qualche mese il cappellano nel castello di Ebernburg del cavaliere Franz von Sickingen (1481-1523), difensore di molti riformisti e dissidenti, come Johannes Reuchlin e Martin Bucero.

Nel Novembre dello stesso anno, E. rientrò a Basilea, dove, nell'Agosto 1523, difese pubblicamente la dottrina luterana della giustificazione per fede. Si schierò sempre più decisamente per la Riforma, diventando un buon amico di Ulrich Zwingli e utilizzando come cassa di risonanza il pulpito della Chiesa di San Martino, dove era stato nominato pastore nel 1525.

I dibattiti pubblici

E., accompagnato da Berthold Haller, difese inoltre coraggiosamente le posizioni riformiste nel dibattito di Baden (nel cantone Aargau) organizzato dai cantoni cattolici (Uri, Schwyz e Unterwalden) nel 1526 con l'invito al noto teologo cattolico Johann Eck (1486-1543), proprio quello della disputa di Lipsia del 1519 con Carlostadio e Lutero. Era stato invitato, in realtà, Zwingli, ma questi, temendo per la propria incolumità, decise di non presenziare di persona. Vi si recò quindi, al suo posto, E., che difese la causa protestante in condizioni ambientali difficilissimi: il cantone Aargau era infatti una roccaforte cattolica. Ovviamente ambedue le parti proclamarono la propria vittoria alla fine del dibattito.

Un altro dibattito che lo vide protagonista fu il Colloquio di Berna del Giugno 1528, in seguito al quale la città di Basilea decise di schierarsi ufficialmente con la Riforma. Lo stesso 1528 fu un importante anno per E., poiché sposò la ventiseienne Willibrandis Rosenblatt, vedova del riformatore Ludwig Keller (Cellarius). Il destino di Willibrandis fu alquanto curioso: infatti nel corso della sua vita essa sposò ben quattro riformatori: Keller, E., Wolfgang Capito e Martin Bucero!

Un acuto momento di crisi per la Riforma protestante fu la diatriba nel 1529 tra Zwingli e Lutero riguardante il Sacramento della Comunione:

  • Per Lutero, nella Comunione, grazia all'onnipotenza di Nostro Signore, vi era la reale e sostanziale presenza del corpo e sangue di Cristo nel pane e vino, che tutti i comunicandi ricevevano, che fossero degni o indegni, credenti o miscredenti.

  • Per Z., invece, la Cena del Signore era solo una solenne commemorazione della morte di Cristo, la sua presenza spirituale: egli rifiutava la presenza reale del corpo e sangue, poiché a) Gesù era asceso al cielo, b) un corpo non poteva essere presente in più di un posto alla volta (in cielo e nell'ostia) e c) due sostanze (il pane e il Corpo di Cristo) non potevano occupare lo stesso spazio nello stesso momento.

Per cercare di dirimere questa polemica ed arrivare ad un accordo, prezioso da un punto di vista politico per fare quadrato contro il Papa e l'Imperatore, il Langravio Filippo di Hesse (Assia) (1504-1567) convocò una riunione tra i tedeschi Lutero e Melantone e gli svizzeri Zwingli e E. nel suo castello di Marburg.

La riunione ebbe inizio il 1 Ottobre 1529 con dei colloqui vis-a vis tra Zwingli e il tranquillo Melantone, e tra Lutero ed il tollerante E.: il saggio Langravio voleva ovviamente evitare uno scontro diretto tra le due teste calde, Zwingli e Lutero.

Nonostante la redazione dei cosiddetti Articoli di Marburg alla fine dei colloqui, il 3 Ottobre, l'incontro, apparentemente un buon compromesso, fu sostanzialmente un fallimento, non soltanto dal punto di vista teologico (non si arrivò ad un accordo sulla presenza corporale di Cristo nella Comunione), ma anche per l'antipatia a pelle che i due capiscuola provavano l'uno per l'altro. Lutero, a proposito della diatriba Sangue di Cristo/semplice vino, dichiarò, poco diplomaticamente, che avrebbe preferito bere sangue con il papa, piuttosto che il "semplice vino" con lo svizzero Zwingli.

Gli ultimi anni

Nel 1530 E. incontrò i due "barba" (predicatori itineranti) valdesi, G. Morel e P. Masson, che erano stati inviati presso i riformisti svizzeri (incontrarono anche Bucero e Farel) per confrontarsi sulle rispettive dottrine. Il riformatore di Basilea ebbe un ruolo rilevante nel convincere i due a fare pressione sui propri confratelli per l'adesione, avvenuta poi nel 1532, dei valdesi stessi alla Riforma.

Nel 1531 egli conobbe il giovane antitrinitarista Michele Serveto, che E. inutilmente tentò di convincere, con le maniere pacifiche, ad accettare la dottrina della Trinità. Non così tanta tolleranza Serveto riscontrò in Calvino, il quale lo fece bruciare sul rogo nel 1553 a Ginevra.

Nello stesso 1531 la salute, sempre malferma, di E. peggiorò sensibilmente in seguito alle notizie della tragica morte, avvenuta l'11 Ottobre, nella battaglia di Kappel dell'amico Zwingli. Il riformatore di Basilea sopravvisse meno di due mesi all'amico e morì, all'età di soli 49 anni, il 24 Novembre 1531.