Zwingli (o Zuinglio), Ulrich (o Huldreich) (1481-1531) e zwinglismo

Fare clic per visualizzare la foto

Ulrich Zwingli

 

La gioventù

Ulrich (o Hulderich) Zwingli nacque a Wildhaus, nella valle di Toggenburg (Cantone San Gallo), nella Svizzera orientale, l'1 Gennaio 1484 (sette settimane dopo Martin Lutero), terzogenito di otto figli di Ulrich (senior), un ufficiale distrettuale della cittadina, e di Margareth Meili. Z. studiò a Weesen e a Berna [con lo studioso umanista Heinrich Wölflin (Lupulus) (1470-1534)] e nel 1500 si iscrisse all'università di Vienna, ma nel 1502 si trasferì all'ateneo di Basilea, dove seguì corsi di musica, filosofia e materie umanistiche, e, concentrandosi in seguito sugli studi di teologia, dietro incoraggiamento del riformatore Thomas Wyttenbach (1472-1526), si laureò nel 1506 proprio in teologia.

Nello stesso anno, Z. divenne pastore a Glarus (Glarona), ricoprendo l'incarico per dieci anni fino al 1516. Il ruolo di pastore, se da una parte lo impegnava nel solito lavoro di predicatore e curatore di anime, dall'altra gli lasciava sufficiente tempo libero per dedicarsi ai suoi studi classici: rinforzò la sua già solida cultura umanista imparando il greco antico da autodidatta e leggendo i classici romani, greci e i Padri della Chiesa.

Ebbe inoltre contatti con famosi umanisti come Glareano (Henrich Loriti, 1488-1563) e Erasmo da Rotterdam, che Z. ammirò sempre moltissimo e di cui lesse il Nuovo Testamento in greco: da queste letture si sviluppò la sua idea di una superiorità delle Sacre Scritture sulla tradizione della Chiesa.

Partecipò, inoltre, a varie campagne militari in Italia, nel 1513 e 1515, come cappellano militare al seguito delle truppe mercenarie svizzere, ingaggiate dai re di Francia contro la Lega Santa. Quest'esperienza lo scosse notevolmente per due fattori: l'usanza, da Z. odiata, dell'arruolamento dei mercenari nei Cantoni Svizzeri, largamente praticata ai tempi dalle potenze europee, tra cui lo stato della Chiesa (che perfino oggigiorno ha mantenuto quest'abitudine), e la scoperta della liturgia ambrosiana a Milano, diversa da quella da lui utilizzata, e che lo fece riflettere sul fatto che la Chiesa stessa non applicava identiche pratiche rituali in tutto il mondo cristiano.

Ritornato a Glarus, egli fu nominato sacerdote del celebre convento benedettino di Einsiedeln, dall'amministratore e abate Diebold von Geroldseck. Ad Einsiedeln, dove Z. si trasferì dal 1516 al 1518, Z. venne a conoscenza di una diffusa degenerazione della moralità da parte del clero, contro cui iniziò a combattere. Predicò inoltre concetti riformisti già due anni prima di Lutero: Z. disse in seguito che non conosceva a quel tempo il grande riformatore tedesco, e quindi asserì di aver lui stesso iniziato la Riforma in Svizzera in maniera indipendente dalle vicende tedesche di Lutero. Sotto un certo punto di vista aveva ragione: Z. fu molto più riformatore della Chiesa, nel vero senso della parola, rispetto a Lutero, che alcuni autori vedono maggiormente nel ruolo di profeta della Riforma.

Zwingli a Zurigo

Alla fine del 1518 si rese vacante il posto di predicatore alla Gross Münster (Grande Cattedrale) di Zurigo e Oswald Myconius (1488-1552), insegnante presso la scuola dell'annesso monastero, oltre che amico d'infanzia di Z., lo propose come candidato al capitolo della cattedrale, che lo elesse: Z. iniziò questa nuova attività il giorno del suo 35esimo compleanno, l'1 Gennaio 1519 con una sistematica esposizione del Vangelo di San Matteo e durante i successivi quattro anni passò in rassegna tutti i libri del Nuovo Testamento.

Uomo non del tutto refrattario alle tentazioni della carne, Z. conobbe e visse more uxorio (almeno dalla primavera 1522) con la vedova Anna Reinhard, che, con l'abolizione del celibato per i pastori protestanti, Z. sposò finalmente nel 1524 e da cui ebbe quattro figli.

Sopravvissuto miracolosamente alla tremenda epidemia di peste del 1520, proprio da quel anno Z. maturò l'idea di una riforma, che, come Lutero (sola fide - sola gratia - sola scriptura) ma, come detto, indipendentemente da lui, ponesse l'accento sulla salvezza per fede, dono della grazia di Dio e con l'esclusione delle opere buone. Inoltre la Sacra Scrittura fu assunta come unico riferimento in tema di morale e fede. Quindi egli convinse progressivamente il consiglio cittadino di proibire qualsiasi pratica religiosa che non avesse il supporto delle Sacre Scritture. Poco dopo, la rottura ufficiale con la Chiesa Cattolica, che viene fatta risalire alla clamorosa protesta durante la Quaresima 1522, quando alcuni seguaci di Z. mangiarono deliberatamente delle salsicce e per questo furono arrestati. Z. protestò energicamente e dimostrò che la pratica in uso non aveva alcun supporto dalle Scritture.

Papa Adriano VI (1522-1523) intervenne, cercando di convincere il consiglio cittadino di Zurigo a denunciarlo come eretico e per questo mobilitò il vescovo di Costanza, Hugo von Hohenlandenberg (1496-1530), che inviò una commissione investigatrice nell'Aprile 1522.

Z. fu chiamato a presentarsi davanti al consiglio cittadino, cosa che fece il 29 Gennaio 1523, quando spiegò alla popolazione zurighese le sue 65 (o 67) tesi: egli uscì dal dibattito con il vicario generale di Costanza, il teologo Johann Faber (1478-1541), totalmente sollevato da ogni accusa, anzi riuscì perfino a convincere il Cantone Zurigo ad uscire dalla giurisdizione del vescovo di Costanza.

Seguirono man mano le riforme, volute da Z.: il rifiuto di pagare le decime e dell'adorazione delle immagini sacre, l'abolizione del celibato dei preti e della musica in Chiesa (cosa curiosa per un amante della musica come Z.), la chiusura dei monasteri, la semplificazione del breviario, le funzioni religiose recitate in Tedesco ed infine, dalla Settimana Santa del 1525, la modifica del sacramento della Comunione. Quest'ultima decisione acuì, come vedremo più avanti, la tensione con Lutero.

La crisi degli anabattisti

Dal Settembre 1524 sorse un nuovo problema con l'incremento di popolarità degli anabattisti, presenti a Zurigo come i Fratelli svizzeri di Conrad Grebel, Felix Mantz e Jorg Blaurock. Costoro, entusiasti dalla lettura del Nuovo Testamento, divennero molto più radicali di Z. stesso e insistettero sul battesimo (o, a quel tempo, ri-battesimo, da cui il nome di anabattisti, cioè battezzati nuovamente, in greco) degli adulti, interpretando il brano del Vangelo di San Marco: Chi avrà creduto e sarà stato battezzato si salverà (Marco 16,16).

Z. passò rapidamente da un atteggiamento di simpatia nei loro confronti alla preoccupazione ed infine ad una vera e propria persecuzione, facendoli imprigionare e condannare a morte: nel 1528 Blaurock fu bruciato sul rogo e già l'anno prima per Mantz era arrivata la tremenda condanna con la famosa frase di Z.: Qui iterum mergit, mergatur [Chi immerge nuovamente nell'acqua (cioè ribattezza), sia immerso (cioè sia annegato)] ed infatti egli fu affogato nel fiume Limmat. Dei capi storici dell'anabattismo, solo Grebel scampò l'esecuzione capitale per poi morire di peste.

La divisione confessionale della Svizzera

A partire dallo stesso 1524, Z. convinse man mano molti cantoni svizzeri a passare alla Riforma dopo Zurigo: Berna, Basilea, Sciaffusa, San Gallo, Thurgau, Vaud, Neuchâtel, ai quali si sarebbe aggiunta la Ginevra di Calvino nel 1541. Tuttavia i cantoni cosiddetti primitivi (Uri, Schwyz e Unterwalden) e le città-stato di Lucerna e Friburgo rimasero ostinatamente Cattolici ed emisero nel 1526 un loro Concordato di Fede, invitando ad un dibattito pubblico con i teologi protestanti a Baden (nel cantone Aargau) il noto teologo cattolico Johann Eck (1486-1543), proprio quello della disputa di Lipsia del 1519 con Carlostadio e Lutero. Z. decise di non presenziare di persona, temendo per la propria incolumità. Vi si recò, al suo posto, Johannes Ecolampadio, che difese la causa protestante in condizioni ambientali difficilissimi: il cantone Aargau era una roccaforte cattolica. Ovviamente ambedue le parti proclamarono la propria vittoria alla fine del dibattito.

La crisi sul significato della Comunione con i luterani

Un acuto momento di crisi per la Riforma protestante fu la diatriba nel 1529 tra Z. e Lutero riguardante il Sacramento della Comunione:

  • Per Lutero, nella Comunione, grazie all'onnipotenza di Nostro Signore, vi era la reale e sostanziale presenza del corpo e sangue di Cristo nel pane e vino, che tutti i comunicandi ricevevano, che fossero degni o indegni, credenti o miscredenti.

  • Per Z., invece, la Cena del Signore era solo una solenne commemorazione della morte di Cristo, la Sua presenza spirituale: egli rifiutava la presenza reale del corpo e sangue, in quanto:

    • Gesù era asceso al cielo,
    • Un corpo non poteva essere presente in più di un posto alla volta (in cielo e nell'ostia) e
    • Due sostanze (il pane e il Corpo di Cristo) non potevano occupare lo stesso spazio nello stesso momento.

Per cercare di dirimere questa polemica ed arrivare ad un accordo, prezioso da un punto di vista politico per fare quadrato contro il Papa e l'Imperatore, il Langravio Filippo di Hesse (Assia) (1504-1567) convocò una riunione tra i tedeschi Lutero e Melantone e gli svizzeri Z. e Ecolampadio nel suo castello di Marburg.

La riunione ebbe inizio il 1 Ottobre 1529 con dei colloqui vis-a vis tra Z. e Melantone, e tra Lutero ed Ecolampadio: il saggio Langravio voleva infatti evitare uno scontro diretto tra le due teste calde, Z. e Lutero. Nonostante la redazione dei cosiddetti Articoli di Marburg alla fine dei colloqui il 3 Ottobre, l'incontro, apparentemente un buon compromesso, fu sostanzialmente un fallimento, non soltanto dal punto di vista teologico (non si arrivò ad un accordo sulla presenza corporale di Cristo nella Comunione), ma anche per l'antipatia a pelle che i due capiscuola provavano l'uno per l'altro. Lutero, a proposito della diatriba Sangue di Cristo/semplice vino, dichiarò, poco diplomaticamente, che avrebbe preferito "bere sangue con il papa", piuttosto che il "semplice vino" con lo svizzero.

La fine

Rientrato a Zurigo, Z. dovette fronteggiare il boicottaggio dei cantoni cattolici all'accordo raggiunto tra le parti per la libera circolazione di predicatori sia protestanti sia cattolici nei vari cantoni: nel 1530 ci furono delle prime schermaglie di guerra, momentaneamente bloccate da una tregua.

Il 30 giugno 1530, l'imperatore Carlo V  aprì i lavori della prima dieta di Augusta, dove i riformisti si presentarono separati e nonostante la conciliatoria Confessio Augustana, tracciata da Melantone, lo strappo con i protestanti svizzeri (Z. e Ecolampadio), che presentarono la loro Fidei ratio, fu un dato di fatto. Ne approfittarono i cattolici: per bocca di Eck e Faber risposero con la Confutatio e portarono dalla loro parte Carlo V, che confermò le risultanze dell'Editto di Worms del 1521.

Questo parziale successo per la fazione cattolica, unita all'imbarco di merci nei confronti dei cantoni cattolici, fece precipitare le cose in Svizzera con la ripresa della guerra civile. L'11 Ottobre 1531, i due eserciti si fronteggiarono a Kappel, 60 chilometri est di Zurigo, in cantone San Gallo, ma quello cattolico, forte di 8.000 uomini sconfisse i 2.700 protestanti.

Z. stesso, che aveva deciso di partecipare come cappellano, mentre consolava un soldato morente, fu gravemente ferito dapprima da una sassata e poi da un colpo di lancia. In queste condizioni già precarie, agonizzò tutto il giorno dell'11 Ottobre, finché, di sera, fu riconosciuto da un soldato nemico, che lo uccise con un colpo di spada. Il corpo ormai senza vita fu poi consegnato ad un finto boia per una condanna-farsa, nella quale fu impiccato e quindi bruciato.

Così morì il Padre della Riforma svizzera e, a futura memoria, la sua statua, con la spada in una mano e la Bibbia nell'altra, fu eretta nel 1855 davanti alla Wasserkirche di Zurigo.

Le opere

L'abbondante produzione letteraria di Z. fu raccolta, per la prima volta, in quattro volumi nel 1545 da parte di uno dei generi, Rudolf Gwalter, ma l'edizione completa di 8 volumi fu pubblicata solo nel 1828.