Farel, Guillaume (1489-1565)

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Guillaume Farel

 

Guillaume Farel nacque nel 1489 da una famiglia nobile vicino a Gap (nel Delfinato, in Francia). Benché i suoi genitori avessero deciso per lui una carriera militare, F. si iscrisse invece all'università di Parigi, studiando filosofia, teologia e lingue antiche sotto il noto umanista Jacques Le Fèvre d'Étaples (o Jacobus Faber Stapulensis), che, in seguito, lo raccomandò come professore nel Collegio Lemoine, fondato nel XIII secolo dall'omonimo cardinale (1250-1313). Nel 1520 Le Fèvre d'Étaples si trasferì a Meaux, chiamato dal vescovo riformatore Guillaume Briçonnet, che lo nominò vicario generale e nel 1521 lo stesso F. seguì il maestro, prendendo parte al progetto di Le Fèvre e di Briçonnet di una riforma, dall'interno e pur accettandone la gerarchia, della Chiesa Cattolica.

F. non fu mai ordinato prete, ma a Meaux gli fu autorizzato a predicare: tuttavia dopo pochi anni egli dovette lasciare la Francia, a causa delle persecuzioni cui fu soggetto Le Fèvre d'Étaples, il quale aveva incrementato le proprie simpatie verso le dottrine riformiste. Le Fèvre rimase comunque intoccabile sotto la protezione personale del re di Francia, Francesco I (Le Fèvre era stato il maestro della cugina/cognata del re, Renata, futura duchessa d'Este e protettrice della causa riformista a Ferrara), ma F. decise di cambiare aria.

Egli si recò quindi a Basilea, dai riformatori Ecolampadio e Haller, dove tuttavia la sua accorata predica iconoclasta ed anti-cattolica gli costò l'espulsione chiesta a gran voce, tra gli altri, da Erasmo da Rotterdam. Dopo aver operato a Strasburgo, dove conobbe Bucero, e a Montéliard (da cui venne esiliato nel 1525 dopo aver scaraventato un'immagine di Sant'Antonio nel fiume!), F. fu assunto come predicatore ad Aigle, nel cantone di Berna nel 1526, dove, tuttavia, decise prudentemente di agire sotto lo pseudonimo di Ursinus. Dopo due anni, nel 1528, F. ottenne dalle autorità cantonali il permesso di predicare ovunque entro i limiti del cantone di Berna, cosa che fece con il suo abituale stile veemente. Il permesso fu poi esteso ai cantoni di Vaud e Neuchâtel e fu proprio in quest'ultima città che nell'ottobre 1530, con la folla, da lui sobillata, in piena furia iconoclasta, F. proclamò l'adesione alla Riforma di Neuchâtel stessa. Nel 1531-1532 F. visitò i Valdesi durante il loro sinodo di Chanforan e il suo accorato intervento fu fondamentale nella loro decisione di aderire alla Riforma.

Nell'ottobre 1532, all'età di 43 anni, F. si recò a Ginevra, allora città indipendente principalmente cattolica e parte del cantone di Berna: il suo soggiorno fu breve e molto contrastato. Benché iniziasse a predicare solo in case private, fu ben presto chiamato dal vescovo per essere giudicato: pare che il giudizio per poco non si trasformò direttamente in un linciaggio. F. fu addirittura fatto segno di colpi di arma da fuoco e poté mettersi in salvo attraversando in barca il lago. Stessa sorte lo subì il predicatore Antoine Froment (1509-1581), inviato poco dopo da F.

Il 28 marzo 1533, in seguito all'intervento militare di Berna, fu garantita la libertà di culto ai protestanti, e, sebbene nel gennaio 1534 il vescovo cattolico avesse ancora la forza di proibire le prediche non autorizzate e di ordinare il rogo delle Bibbie protestanti, il rientro di F. nello stesso 1534 e la sua partecipazione a dibattiti pubblici accelerò l'avanzata delle idee riformiste, culminata, il 27 agosto 1535, con il decreto d'adesione di Ginevra alla Riforma da parte del Concilio dei Duecento.

E fu in questa situazione che nel luglio 1536 capitò di passaggio a Ginevra, durante un suo viaggio a Strasburgo, Giovanni Calvino, immediatamente convinto da F., in maniera fin troppo energica (lo avrebbe maledetto, se non avesse accettato di restare!), a rimanere ad insegnare teologia. Nel 1536 i due installarono un governo teocratico regolato dalle Ordinanze, ma poco tollerante, basato sulla censura morale e la scomunica, la cui severità spinse il consiglio cittadino ad esiliare F. e Calvino nel 1538. F. si recò a Neuchâtel e Calvino a Strasburgo e quando quest'ultimo fu richiamato a Ginevra nel 1541, egli volle accanto il suo compagno di fede. Tuttavia F. non rimase molto a Ginevra: già nel 1542 andò a Metz per diffondere la Riforma. Si racconta che in questa città F. fosse riuscito, durante una predica in un cimitero domenicano, a sovrastare con la propria voce le campane del vicino convento fatte suonare proprio per disturbare la sua omelia.

Ma l'ambiente ostile e le persecuzioni del duca Antonio di Lorena (1508-1544) lo obbligarono nel 1544 a tornare a Neuchâtel, dove mantenne, a distanza, la fraterna amicizia con Calvino, anche durante il discusso episodio della condanna di Michele Serveto del 1553. Solamente quando F., nel 1558, alla bell'età di 69 anni, decise di sposarsi con una vedova di Rouen, i rapporti con Calvino si raffreddarono e il riformatore di Ginevra esortò altri predicatori a "sopportare con pazienza la follia di questo vecchio scapolo"!

Calvino morì nel 1564 e questo lutto segnò profondamente F., che eppure, l'anno successivo, il 1565, ebbe ancora l'energia di recarsi a Metz a predicare con la sua solita verve. Tuttavia lo sforzo gli fu fatale e il 13 settembre 1565 egli morì.

Nel 1876 fu gli dedicato un monumento alla memoria da parte della popolazione di Neuchâtel.