Gotescalco (Gottschalk) di Fulda (o di Orbais) (ca. 801- ca. 869)

Gotescalco, teologo medioevale, nacque in Sassonia nel 801 ca. da un nobile di nome Berno, il quale, seguendo la tradizione medioevale dell'oblazione, mise il figlio ancora bambino nel convento di Fulda per essere allevato e fatto monaco. G. cercò di opporsi a questo destino, ma l'abate del convento e suo superiore, Rabano Mauro (ca.784-856), lo obbligò a pronunciare i voti: tuttavia, in un secondo tempo, G. fuggì da Fulda e ottenne dal Concilio di Mainz del 829 una dispensa dai voti, contro la quale Rabano si oppose.

Fra i due si arrivò alla fine ad un compromesso: G. fu costretto alla vita di monaco, ma non a Fulda, bensì nel monastero di Orbais nella diocesi di Soissons, nella Francia settentrionale, dove G. studiò e si appassionò alle dottrine di Sant'Agostino, particolarmente quelle che si riferivano alla predestinazione.

G., riprendendo gli scritti di Agostino, era convinto che alcuni uomini sarebbero destinati alla salvezza ed altri alla dannazione, non per i loro meriti o colpe, ma per volontà divina e che quindi Cristo era venuto sulla terra solo per annunciare che non tutti gli uomini erano destinati alla perdizione. Inoltre, questa teoria rendeva superflua la mediazione della Chiesa, poiché tutto era già stato deciso da Dio.

Le dottrine di G. furono ben presto contestate e confutate sia da Ratramno di Corbie che da Giovanni Scoto Eriugena, ma ambedue i teologi caddero in eresie di tipo diverso:

  • Ratramno sviluppò la teoria della duplice predestinazione, in cui solo la salvezza dei buoni era predestinata da Dio, mentre la dannazione dei cattivi derivava dal fatto che Dio prevedeva i relativi peccati. Questa teoria fu poi ripresa, con qualche variante, da Incmaro vescovo di Reims.

  • Scoto Eriugena, invece nella sua opera De praedestinatione, fu ancora più radicale: poiché Dio era eterno, la predestinazione o la previsione erano la stessa cosa: Dio predestinava alla dannazione, perché prevedeva i peccati, e predestinava alla salvezza perché prevedeva i meriti. Inoltre la dannazione e l'inferno non esistevano, perciò tutti potevano salvarsi, una variante dell'apocatastasi, dottrina già condannata dal Concilio di Costantinopoli del 543.

Le dottrine di G. furono da lui propugnate in due viaggi in Italia, tra i quali trovò il tempo di farsi ordinare sacerdote. Tuttavia il suo avversario di sempre, Rabano lo denunciò come eretico e G. fu obbligato a comparire davanti al concilio di Mainz del 848 e di Quiercy sur l'Oise del 849, quest'ultimo convocato dal suo vescovo, il sopracitato Incmaro di Reims.

In quest'ultimo sinodo, G. fu fustigato pubblicamente e successivamente condannato alla reclusione a vita nel monastero di Hauptvilliers, dove morì circa vent'anni dopo, nel 869.