Minutoli, Vincenzo junior (1639-1709)

Il pastore, storico e teologo Vincenzo Minutoli nacque a Ginevra il 5 dicembre 1639 da Paolo Minutoli (1609-1680) (e da Madeleine Perrot-Thomoguet), a sua volta, figlio di Vincenzo Minutoli senior (m.1641), il primo di questa dinastia di mercanti lucchesi, che aveva abbracciato la Riforma, abbandonando nel 1596 la propria città per recarsi a vivere a Ginevra. Nello stesso anno Vincenzo senior aveva sposato la conterranea Susanna Burlamacchi. Nel 1651 Paolo e Vincenzo junior furono accettati come cittadini di Ginevra e come successe ad altri esiliati religiosi lucchesi a Ginevra (per esempio i Turrettini).

M. decise di non seguire le orme paterne come mercante, bensì di diventare un teologo calvinista, sebbene non disdegnasse gli studi classici e la filosofia greca. Nel maggio 1654 iniziò a studiare teologia all'Accademia ginevrina sotto la direzione di Francesco Turrettini, alla fine dei quali, nel 1661, M. si dedicò a dei viaggi di perfezionamento a Leida e Groninga, in Olanda, dove decise di dedicarsi al pastorato, dapprima a Olive (in Belgio), poi a Middleburg, ma qui, nel maggio 1667, fu sospeso per uno scandalo sessuale che lo coinvolse e lo obbligò a dimettersi.

Rientrato a Ginevra, egli tralasciò momentaneamente la teologia per dedicarsi alla filosofia greca fino al 1671, anno in cui sposò la figlia del futuro primo sindaco di Ginevra (eletto nel 1674), Pierre Fabri, Suzanne Fabri-Trembley (essa prese infatti anche il cognome della madre Adrienne), dalla quale ebbe cinque figli, tra cui degni di nota sono il capitano della guarnigione e membro del Consiglio dei Duecento Francois-Helen e il giurista Joachim-Frédéric, che si convertì al Cattolicesimo, dopo la morte del padre, ritirandosi a Lucca.

Nell'autunno 1675, M. fu chiamato ad insegnare lettere classiche e storia all'Accademia, posto che ricoprì per i successivi trentaquattro anni, cioè fino alla morte. Tuttavia, solo mediante i buoni uffici dell'amico e filosofo Pierre Bayle (1647-1706) e del conte Christoph Friedrich von Dohna (1652-1734), egli poté essere riammesso, il 29 novembre 1678, nella Venerabile Compagnia dei Pastori, con l'autorizzazione di poter predicare.

Nel 1679-80 egli intervenne nella polemica tra Ginevra ed il cardinale Giulio Spinola, vescovo di Lucca dal 1677 al 1690, che aveva lanciato un appello agli esuli lucchesi a Ginevra per abiurare la religione riformata e ritornare a quella cattolica. La risposta, articolato in un volume di 200 pagine, fu redatta da Fabrizio Burlamacchi, Benedetto Calandrini, Francesco Turrettini e dallo stesso M.

Successivamente curò l'edizione francese della nota biografia del marchese Galeazzo Caracciolo, scritta da Niccolò Balbani. Nel periodo 1683-86 fu rettore dell'accademia, ma soprattutto riorganizzò la biblioteca della Schola genevensis, azione che gli permise di essere nominato bibliotecario ufficiale della Repubblica ginevrina nel 1700.

Nel 1693 pubblicò per un anno la rivista culturale Dépêches du Parnasse ou Gazette des Savants, curiosamente ispirati ai Ragguagli di Parnaso di Traiano Boccalini (1556-1613), considerati un testo base dell'ideologia rosacrociana.

M. morì a Ginevra il 25 aprile 1709.