George Whitefield nacque il 16 dicembre 1714 a Gloucester, in Inghilterra, da Thomas Whitefield, mercante di vino e gestore di una locanda, che lo lasciò orfano a soli due anni. La madre Elizabeth dovette quindi lottare per allevare i suoi sette figli, e l'ultimogenito, per l'appunto, George, dapprima frequentò la St. Mary de Crypt Grammar School di Gloucester, ma poi, all'età di quindici anni, abbandonò gli studi per aiutare la madre. Tuttavia, in seguito al colloquio con uno studente di Oxford, W. decise di ritornare agli studi, che finalmente completò, entrando nel novembre 1732 alla Pembroke College di Oxford.
Nello stesso anno W. conobbe ed aderì al Holy Club (club santo o circolo devoto), fondato nel 1729, assieme da altri studenti, da Charles Wesley, e del quale divenne leader il fratello di quest'ultimo, John Wesley. Gli aderenti del club furono soprannominati (non senza una punta di ironia) metodisti a causa del rigore metodico con il quale si impegnavano in esercizi spirituali e di autodisciplina, inclusi digiuni, astemia, letture della Bibbia e di testi devozionali come l'Imitazione di Cristo dello scrittore ascetico Tommaso di Kempis (1380-1471), frequenti accostamenti alla Comunione, opere di carità e di visita ai sofferenti. La conversione di W. alle idee dei metodisti, avvenne intorno alla Pasqua del 1735, un periodo per W. contraddistinto da frequenti digiuni e da uno stato di salute molto precario, che lo perseguitò per tutta la sua vita.
Nel giugno 1736 W. fu ordinato diacono da parte del vescovo di Gloucester e poco dopo ottenne il baccalaureato all'università, tuttavia egli aveva già intrapreso un'intensa attività d'oratore, che lo avrebbe fatto diventare il più efficace predicatore metodista della sua epoca: appassionato, eloquente, teatrale, si calcola che durante la sua vita W. abbia pronunciato più di 18.000 sermoni!
Nel 1738 W., chiamato dai fratelli Wesley nella colonia americana della Georgia, vi si recò per la prima volta e operò attivamente con soddisfazione generale, contrariamente ai Wesley, che vi si erano trovati molto male. L'intraprendente W., infatti, fondò scuole, si occupò di orfani e naturalmente predicò.
Alla fine dello stesso 1738 egli rientrò a Londra e fu ordinato sacerdote della Chiesa Anglicana il 14 gennaio 1739. Tuttavia, essendosi alquanto compromesso con le idee dei metodisti, fu pesantemente boicottato e ben poche chiese accettarono che egli vi si recasse per predicare. Egli decise quindi di seguire l'esempio di un altro predicatore metodista, il gallese Howell Harris (1714-1773), e si mise a predicare all'aperto, iniziando nel febbraio 1739 nella zona mineraria di Kingswood Hill (vicino a Bristol), arrivando ad attrarre anche 10.000 partecipanti alla volta, e convincendo i Wesley ad operare similmente.
Ma l'apice della partecipazione alle sue prediche in Inghilterra lo raggiunse durante i sermoni tenuti a Moorfields, vicino a Londra, dove la folla, raccolta per ascoltarlo, arrivava spesso fino alle 80.000 unità. Lo strepitoso successo dei suoi sermoni indusse il vescovo di Londra, Edmund Gibson (vescovo: 1723-1748) a denunciarlo l'1 agosto 1739, ma W. era già in viaggio nuovamente per le colonie americane, dove tenne una serie di prediche, tutte coronate da un immenso successo di partecipazione, a Philadelphia, New York, Boston e negli stati della Georgia, Carolina del Sud, Rhode Island, Massachusetts.
Al suo ritorno nel marzo 1741 in Inghilterra, W. si scontrò con John Wesley, che aveva nel frattempo elaborato un'interpretazione arminiana al concetto di salvezza, proponendo la convinzione nella salvezza per fede, estesa a tutti i fedeli - i quali potevano liberamente accettarla - e non solo ai predestinati. Quest'interpretazione fu ribadita da Wesley anche in diversi sermoni sulla cosiddetta "libera scelta", dove il riformatore attaccò la predestinazione calvinista come blasfema, ma provocò la rottura dogmatica con W., rimasto un convinto calvinista: comunque nonostante il momento di tensione, i due rimasero buoni amici per tutta la vita, anche se, da quel momento in avanti, W. fu considerato il fondatore del cosiddetto Metodismo Calvinista.
Questa corrente religiosa ebbe, grazie anche alle prediche del già citato Howell Harris, notevole successo soprattutto in Galles, dove, nel 1750, si potevano contare ben 433 società metodiste calviniste. La Confessione di Fede della Chiesa calvinista metodista gallese sarebbe stata stillata nel 1823 e la Chiesa, di lingua gallese e con un'organizzazione di tipo presbiteriano, tuttora esiste come Presbyterian Church of Wales, o in gallese, Eglwys Bresbyteraidd Cymru (Chiesa Presbiteriana del Galles, sito ufficiale: http://www.ebcpcw.org.uk/). Anche in Stati Uniti la Chiesa calvinista metodista gallese, portata dagli emigranti nel XIX secolo, ha avuta una breve parentesi autonoma per poi essere assorbita dalla Presbyterian Church (U.S.A.) (sito: http://www.pcusa.org/).
Nel frattempo W. ritornò instancabilmente alla sua attività di predicatore errante con un giro in Scozia nel 1741, dove raggiunse la cifra record di circa 100.000 partecipanti ad un suo sermone a Cambuslang, vicino a Glasgow, e dove W. conobbe e prese in moglie Elizabeth James. Tuttavia il metodo utilizzato dai due Wesley e da W. fu ben presto pesantemente perseguitato dal clero anglicano inglese sotto forma di violenti sermoni anti-metodisti, denunce presso i magistrati locali, attacchi anche fisici contro le persone dei tre fondatori: nel 1744 W. fu violentemente picchiato da un uomo con un bastone fino a lasciarlo per terra, privo di sensi e mezzo morto. Ebbe maggiore fortuna con la predicazione nelle colonie americane ed, infatti, le visitò ripetutamente, come nei periodi 1744-48, 1751-52, 1754-55 e 1763-65.
Al ritorno del secondo viaggio dall'America W. fu nominato cappellano della contessa Selina Shirley Hastings di Huntingdon, che aveva conosciuto nel 1748. La contessa cercò di dare un assetto più duraturo al Metodismo calvinista inglese, permettendo a W. ed ad altri predicatori di tenere sermoni a membri dell'aristocrazia inglese, facendo costruire cappelle e perfino aprendo un seminario di formazione dei nuovi ministri nel 1768. Tuttavia il tentativo della contessa di rimpinguare il movimento metodista calvinista inglese, nominando come propri cappellani un numero piuttosto elevato di sacerdoti anglicani fu stroncato dal Concistoro di Londra nel 1779: le rimase in ogni modo la possibilità di far registrare le cappelle, da lei fondate, come luoghi di culto dissenzienti, come recitava un articolo dell'Atto di Tolleranza, la legge britannica del 1689 che dava una certa libertà di culto alle chiese dissenzienti sotto determinate condizioni. Queste cappelle furono poi la base di una associazione, fondata nel 1790 come Countess of Huntingdon Connexion (Connessione della contessa di Huntingdon), e tuttora presente (sito ufficiale: http://www.cofhconnexion.org.uk/), soprattutto nell'Inghilterra sud-orientale attraverso 23 chiese locali e, mediante le missioni, in Sierra Leone.
Dopo la parentesi di Huntingdon, W. riprese la sua attività di predicatore e nuovamente nel 1756 egli sfiorò la morte, questa volta in Irlanda, dove vicino a Dublino, fu assalito dalla folla inferocita e per poco non fu lapidato a morte, riuscendo a stento a salvarsi nella casa di un ministro di culto.
Dopo la morte della moglie il 9 agosto 1768, il 55enne predicatore si recò, per l'ultima volta, in America nel settembre 1769, dove fu accolto con l'entusiasmo di sempre. Tuttavia la sua salute andava rapidamente declinando e, dopo una serie di prediche a Philadelphia, New York, Albany, Boston e Portsmouth, W. arrivò, gravemente ammalato, alla fine di settembre 1770, a Newburyport, nel Massachusetts, dove morì il 30 settembre 1770.