Movimento di Oxford (1833-1845), trattariani, anglo-cattolici e ritualisti

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Da questo pulpito della chiesa dell'università di Oxford John Keble tenne il sermone, che diede luogo al movimento di Oxford

 

Premessa

Questa premessa è necessaria per capire lo sviluppo, nei secoli, della stretta connessione, ma anche delle tensioni, tra Stato inglese e Chiesa anglicana.

Infatti, va detto che:

  • Da un lato, l'atteggiamento dello Stato inglese nei confronti dei dissenzienti della Chiesa d'Inghilterra (congregazionalisti, battisti, presbiteriani e quaccheri) e dei cattolici (sudditi inglesi, che rappresentavano 1% della popolazione locale, ma, soprattutto, cittadini irlandesi: in Irlanda l'80% degli abitanti era cattolica) fu di privilegio verso gli anglicani, con la totale chiusura nell'assegnazione di posti statali (militari, giuridici e amministrativi) e nell'eleggibilità al parlamento. Questa presa di posizione fu rinforzata nel 1673 dalTest Act (Legge della prova), che stabilì l'obbligo per i funzionari statali di ricevere l'eucaristia in una chiesa anglicana e di firmare un documento contro il dogma cattolico della transustanziazione

  • D'altra parte, lo stretto controllo dello Stato inglese sulla Chiesa d'Inghilterra era ben rappresentato dalla legge, che, fin dal 1559, attribuiva al re il potere di gestire i tribunali ecclesiastici anglicani, in ossequio alla dottrina denominata erastianismo dal nome del teologo svizzero Thomas Erastus, per il quale una chiesa in una nazione cristiana non avrebbe dovuto esercitare il potere di repressione.

Le leggi inglesi in tema di religione nel 1828-1833

Questi due aspetti ebbero una notevole influenza, per ragioni diverse, sulla vita religiosa britannica e sulla crisi della chiesa anglicana negli anni '20-`40 del XIX secolo. Infatti, dal 1823, la lotta per l'emancipazione cattolica dell'Irlanda, proposta dall'avvocato di Dublino Daniel O'Connell (1775-1847), fu abilmente portata sull'orlo di una possibile guerra civile, ottenendo come contropartita l'approvazione nell'aprile 1829 della Catholic Emancipation Act (Legge per l'emancipazione cattolica), che stabilì la possibilità per i cattolici di essere finalmente eletti al parlamento e assunti negli impieghi pubblici. L'anno precedente era stata abolita la Test Act e fu ridata piena dignità di cittadinanza ai fedeli britannici aderenti a confessioni religiose dissenzienti (vedi sopra).

Nel 1830 diventò primo ministro il conte Charles Grey (1764-1845, il famoso Earl Grey, cui è stato dedicato un tipo di tè), come leader del partito Whig (riformista moderato, oggigiorno il partito liberale inglese), supportato dai sopraccitati dissenzienti: ben presto fu messa in crisi l'autorità della Chiesa d'Inghilterra. Scoppiarono scandali, furono scoperti abusi nel sistema ecclesiastico e crollò l'idea che lo Stato inglese e la Chiesa d'Inghilterra fossero un'unica società.

Nel 1832, il partito Whig cominciò a mettere mano alla legge di riforma della Chiesa anglicana, sebbene detto provvedimento sarebbe stato approvato solamente nel 1835 dal successivo governo (Tory) di Sir Robert Peel (1788-1850). Il governo Whig, nel frattempo, approvò l'Irish Church Act (Legge sulla chiesa irlandese) nel 1833, ma il progetto, in essa contenuto, di sopprimere due arcivescovadi e otto episcopati anglicani in Irlanda provocò la vigorosa reazione del prelato John Keble, il cui sermone, dal titolo On the National Apostasy (Sull'apostasia nazionale), tenuto nella chiesa dell'università di Oxford, diede luogo, per l'appunto, al movimento di Oxford.

La nascita del movimento di Oxford

Fu dunque il sermone di Keble il momento ufficialmente accettato per la nascita del movimento di Oxford: gli altri personaggi ne facevano parte erano John Henry Newman, Richard Hurrell Froude (1803-1836), Charles Marriott (1811-1858), Richard William Church (1815-1890) e, successivamente, Edward Bouverie Pusey, tutti pensatori che gravitavano intorno al Collegio Oriel di Oxford, i cui componenti erano soprannominati noetics, vale a dire intellettuali dell'università che si opponevano all'ortodossia religiosa tradizionale.

Il movimento era nato nell'ambiente dell'High Church (Chiesa alta) della Chiesa d'Inghilterra, che essi ritenevano oramai priva dell'originale autorità. La denominazione di High Church, fin dai tempi della regina Elisabetta I d'Inghilterra (1558-1603), contraddistingueva quella parte dell'anglicanesimo, che aveva posto l'accento sulla continuità storica della Chiesa d'Inghilterra con la Cristianità cattolica, e sull'importanza dei sacramenti e dell'episcopato. Essa era contrapposta alla Low Church (Chiesa bassa), il gruppo dei prelati che non dava particolare importanza a questi argomenti, preferendo una posizione più vicina alla teologia e alla semplice ritualità calvinista. In particolare, gli aderenti al movimento di Oxford, che ebbe un'enorme influenza sulla Chiesa anglicana del XIX secolo, erano contrari a riforme della Chiesa d'Inghilterra, operate dal governo britannico, in quanto per loro ciò risultava essere una vera ingerenza, se non addirittura un sacrilegio, di tipo erastiano (vedi premessa).

Grazie allo sviluppo di una corposa letteratura, soprattutto di 90 trattati (tracts), redatti da Newman, essi furono denominati anche tractarians (trattariani). Nel 1841 Newman pubblicò il 90° trattato, affermando che i Trentanove articoli del 1571 della Chiesa d'Inghilterra erano in perfetta sintonia con il Cattolicesimo, e casomai erano stati redatti per correggere errori ed esagerazioni popolari. Le violentissime polemiche che ne seguirono portarono alla fine di queste pubblicazioni e aprirono la strada della conversione - avvenuta nel 1845 - alla Chiesa cattolica romana di Newman, imitato negli anni successivi da quasi un migliaio di ministri di culto, teologi e membri della chiesa anglicana. Nel 1879 egli sarebbe stato nominato cardinale da papa Leone XIII (1878-1903).

Anglo-cattolici e ritualisti

Anche dopo la perdita dell'esponente più autorevole, alcuni esponenti del movimento di Oxford, come Pusey, erano comunque convinti nella possibilità di una maggiore concordanza (e forse di una fusione) con i cattolici, e furono per questo denominati anglo-cattolici, perché cercavano di far approvare modifiche dottrinali in tal senso. Nel 1850, il papa Pio IX (1846-1878), ritenendo che il momento fosse più favorevole al rilancio cattolico in Inghilterra, fece un appello a Lord John Russell (1792-1878), primo ministro inglese, per l'istituzione di nuovi episcopati cattolici in Gran Bretagna, ma la mossa fu considerata perlomeno imprudente, se non una vera e propria provocazione, da parte del clero anglicano, che reagì sdegnata. Un'altra discussa mossa di Pio IX distrusse, poi, le speranze di un'unione tra le due chiese: infatti, nel 1869-70, la decisione del papa di far approvare il dogma dell'infallibilità papale da parte dell'assemblea del Primo Concilio Vaticano chiuse definitivamente le porte al dialogo tra cattolici e anglicani.

Altri membri del movimento di Oxford rimasero fedeli ai principi anglicani, ma spinsero per una solennizzazione della ritualistica (da cui il soprannome di ritualisti) e per l'adozione di paramenti più sfarzosi nelle cerimonie religiose (come ricchi addobbi delle chiese, vestimenti più elaborati, enfasi su canti ed inni, ecc.). Il gruppo dei ritualisti fu anche denominato Movimento Ecclesiologico, ed ebbe una certa influenza sugli artisti della Confraternita dei preraffaelliti, fondata nel 1848 da Dante Gabriel Rossetti (1828-1882), John Everett Millais (1829-1896) e William Holman Hunt (1827-1910).  

Tra il 1850 ed il 1890 le riforme, richieste dai ritualisti, provocarono molto scompiglio nella Chiesa d'Inghilterra, ma il tentativo di reprimere il ritualismo con l'approvazione da parte del parlamento del Public Worship Regulation Act (Legge sulla regolazione del culto pubblico) nel 1874 fece scaturire una reazione di rifiuto totale dei prelati anglo-cattolici, che preferirono la prigione piuttosto che obbedire ad un'ingiusta legge erastiana. Solo dopo il 1887, il rifiuto fu, alla fine, tollerato dalle autorità civili, senza conseguenze penali.