Spener, Philipp Jakob (1635-1705) e Speneriani e Pietismo

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Philipp Jakob Spener

 

Introduzione

Dopo la morte di Martin Lutero nel 1546, tra i suoi seguaci si sviluppò un acceso dibattito con la contrapposizione tra la scuola adiaforista di Philipp Melantone e gli gnesio-luterani, capeggiati da Nikolaus von Amsdorf, che rigidamente seguivano l'insegnamento di Lutero. La divisione fu faticosamente ricomposta solamente con la Formula (1577) e il Libro (1580) di Concordia. Tuttavia, successivamente proprio i teologi luterani caddero in quella cristallizzazione scolastica, che tanto avevano criticato negli studiosi cattolici.

Contro questa cristallizzazione e contro un'osservanza rigida e superficiale della vita religiosa reagì il movimento dei pietisti, una corrente luterana sviluppatosi nel XVII e XVIII secolo in Germania grazie all'azione del teologo alsaziano Philipp Jakob Spener, ispirato, a sua volta, dai lavori di Johannes Arndt, il padre teologico del pietismo, e del mistico francese Jean de Labadie.

La vita

Il teologo Philipp Jakob Spener, fondatore del movimento pietista, nacque il 13 gennaio 1635 a Rappoltsweiler, in Alsazia. Egli frequentò dapprima il ginnasio di Colmar, e successivamente l'università di Strasburgo, dove studiò filologia, storia e filosofia, ottenendo il titolo di Maestro d'arti liberali nel 1653. Dal 1659 al 1662 egli viaggiò visitando le università di Basilea, Tübingen e Ginevra, ed iniziò i suoi studi d'araldica, che portò avanti per tutta la sua vita. A Ginevra, fondamentale per le sue future scelte teologiche fu l'incontro con il riformatore Jean de Labadie.

Nel 1663 S. ritornò a Strasburgo come predicatore e oratore, ma solo tre anni più tardi egli decise di accettare il posto di Pastore capo della chiesa luterana di Francoforte sul Meno: qui riscossero un vivo successo i suoi sermoni ispirati alla necessità di una fede più viva e alla santificazione della vita quotidiana e qui, nel 1670, concepì i cosiddetti Collegia pietatis (da cui il nome del movimento), riunioni in case private per lo studio delle letture sacre e per approfondire le esperienze interiori.

Nel frattempo egli scrisse il suo lavoro principale: Pia desideria oder herzliches Verlangen nach gottgefälliger Besserung der wahren evangelischen Kirche (Pii desideri, o la viva aspirazione ad un miglioramento, gradito a Dio, della vera chiesa evangelica) (1675), in realtà una lunga introduzione della nuova edizione, voluta da S. stesso, dei Vier Bücher vom Wahren Christhentum (Quattro libri sul vero cristianesimo) di Johann Arndt. Nella sua prefazione S. ipotizzava una riforma della chiesa luterana basata su sei pii desideri:

  • A causa dell'inadeguatezza dei sermoni, bisognava favorire lo studio delle Sacre Scritture attraverso riunioni private.

  • Era necessario sviluppare un sacerdozio universale con laici accanto ai pastori.

  • La conoscenza del Cristianesimo doveva essere accompagnata dalle virtù cristiane della Carità e del Perdono.

  • L'attitudine verso i non credenti doveva basarsi non sulla polemica virulenta, ma sul desiderio di convertirli.

  • Andava sviluppato negli studenti di teologia, non solo lo zelo per lo studio, ma anche verso una vita devota.

  • La retorica nella predicazione doveva essere abbandonata per favorire una vita cristiana pratica, piena di fede, ma anche severa [tra il 1680 ed il 1690 S. pubblicò tre opere contro il gioco, il teatro e la danza, le cosiddette adiaphora (cose, per Melantone, indifferenti dal punto di vista morale, un pensiero evidentemente non condiviso da S.!)].

Nel 1686 S. accettò il posto di cappellano di corte a Dresda, presso il principe elettore di Sassonia, Johann Georg (Giovanni Giorgio) III (1680-1691), ma nel 1691, il principe, constatato lo scarso interesse di S. al ruolo assegnatogli, riuscì a convincere i principi di Brandeburgo a farlo nominare rettore della chiesa di San Nicola a Berlino e consigliere del concistoro.

Qui S. fu tenuto in alta considerazione da parte del principe elettore di Brandeburgo, Federico III (principe elettore: 1688-1701 e, come Federico I, re di Prussia: 1701-1713) e fu decisivo nella scelta dei professori per la facoltà di teologia della neonata università di Halle. Quest'università diventò ben presto il centro di riferimento del pietismo tedesco e il suo sviluppo fu ulteriormente implementato dall'erede spirituale di S., August Hermann Francke, che vi fondò scuole di carità, orfanotrofi, case di riposo per anziani, laboratori artigiani, centri di studio della Bibbia.

Tuttavia l'ortodossia luterana non abbassò mai la guardia contro S.: nel 1695 la facoltà teologica dell'università di Wittenberg lo accusò di 264 errori dottrinali. Solo la sua morte il 5 febbraio 1705 lo liberò per sempre da questi attacchi.

Il Pietismo

Già nell'anno di nomina (1686) di S. a cappellano di corte a Dresda, August Hermann Francke e i colleghi Johann Kaspar Schade (1666-1698) e Paul Anton (1661-1730) fondarono a Lipsia i Collegia philobiblica, scuole per la spiegazione pratica e devozionale delle Sacre Scritture. Essi invitarono i cittadini di Lipsia a parteciparvi, e nel 1689/90 a creare essi stessi i loro collegi, ma l'iniziativa fu ostacolata dall'ortodossia luterana e tramontò solo cinque anni più tardi, nel 1691. A Francke fu revocato lo stipendio e proibito di organizzare incontri di qualsiasi tipo: non gli restò che recarsi ad Halle (poco dopo fu raggiunto da Anton) per diventarvi professore e pastore nel 1692.

Francke, vero diffusore del pietismo in Germania, come già sopradetto, formò una schiera di teologi pietisti, che si contrapposero al centro dei luterani tradizionali, cioè l'università di Wittenberg. Tra gli altri teologi o fondatori di movimenti religiosi, nati come pietisti, ma che hanno poi sviluppato posizioni diversi si annoverano: Gottfried Arnold, Johann Konrad Dippel (1673-1734), Johann Albrecht Bengel (1687-1752: operò proprio a Wittenberg), ed infine il conte Nikolaus Ludwig Graf von Zizendorf, fondatore della Herrnhuter Brüdergemeine (comunità dei fratelli a Herrnhut), nella quale confluirono i discendenti dei Fratelli Moravi, fondati da Luca di Praga nel XV secolo, i labadisti, ed alcuni schwenckfeldiani. Anche sul movimento fondato dal mistico svedese Emmanuel Swedenborg fu forte l'influenza del pietismo.

La massima fioritura per il pietismo in Germania, che non creò mai una chiesa separata, si ebbe sotto Federico I di Prussia e il successore Federico Guglielmo I (1713-1740), ma declinò ben presto sotto il famoso (e scettico) Federico II, detto il Grande (1740-1786).

All'estero l'influenza del pietismo fu più duraturo, in Danimarca con il re Federico IV (1699-1730), che nel 1705 scelse i primi missionari per le Indie fra i pietisti, ma soprattutto in Inghilterra e Nord America, nei confronti di movimenti religiosi protestanti come quello anglicano, puritano, battista e metodista.