Denck, Hans (ca.1500-1527)

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Ritratto immaginario di Hans Denk

(dipinto da Ivan Moore)

La vita

Il mistico anabattista Hans Denck nacque a Habach, a sud di Monaco di Baviera, nel 1500 circa (secondo altri autori nel 1495) da una famiglia agiata e colta. Egli studiò all'università di Ingolstadt dal 1517 con il noto teologo Johann Eck (1486-1543), ottenendo il baccalaureato in Arti nel 1519 e dimostrandosi molto versato in latino, greco ed ebraico.

Successivamente si recò a Basilea, dove conobbe sia Erasmo da Rotterdam che Ecolampadio: seguì le lezioni di entrambi, ma non ne fu particolarmente influenzato. Si appassionò invece di letture mistiche, come gli scritti di Johannes Tauler o, soprattutto, la Theologia Germanica, un popolare trattato mistico del 14° secolo, scritto a quanto sembra da un sacerdote dell'ordine teutonico, che consigliava la povertà di spirito e l'abbandono di se stessi a Dio come mezzo per poter partecipare alla Sua natura divina, attraverso il Suo amore.

Nel 1524 D. divenne, ancora piuttosto giovane, il rettore della Scuola di San Sebaldo a Norimberga, su segnalazione di Ecolampadio, e si sposò nello stesso anno. L'ambiente culturale di Norimberga, crocevia di pensatori eterodossi come Andreas Bodenstein (Carlostadio) e Thomas Müntzer, indubbiamente influenzò D., che conobbe personalmente Müntzer quando questi si recò a Norimberga, per far pubblicare da uno stampatore (probabilmente il futuro anabattista Hans Hut) due opuscoli: Hochverursachte Schutzrede wider das geistlose sanftlebende Fleisch in Wittenberg (Apologia ben fondata e risposta alla carne senza spirito che vive mollemente in Wittenberg), uno dei suoi più violenti opuscoli contro Lutero (che chiamava Dottor bugiardo e il Drago), e Ausgedrückte Entblössung das falschen Glaubens (L'esplicita messa a nudo della falsa fede).

Norimberga era anche una città senza una ben definita posizione religiosa: benché formalmente cattolica, aveva forti componenti luterane, ma anche attivi gruppi anabattisti, che mettevano in discussione i sacramenti del Battesimo e della Comunione. Un'inchiesta delle autorità locali, e voluta dal riformatore Andreas Hosemann (Osiander), su questi gruppi, portò al coinvolgimento di D., tirato in causa dal pittore Sebald Behaim. D. fu obbligato ad una confessione di fede, che tuttavia Osiander e gli altri predicatori trovarono molto ambigua, e conseguentemente, il 25 Gennaio 1525, egli fu espulso dalla città con moglie e figli, con l'accusa di eresia e con il giuramento di non farvi mai più ritorno.

Dopo un periodo d'incertezza, D. si recò a San Gallo, in Svizzera, dove fece un'ottima impressione sull'umanista Joachim von Watt, detto Vadiano (1484-1551), cognato del fondatore dell'anabattismo svizzero, Conrad Grebel. Nel Settembre 1525 D. si trasferì ad Ausgburg (Augusta) dove trovò impiego come insegnante privato di latino e greco. Come precedentemente Norimberga, anche Augusta era una città al centro di aspri conflitti dottrinali, in questo caso, tra luterani e zwingliani, impegnati nella diatriba sulla Cena del Signore. Inoltre, tra queste due grosse formazioni, si barcamenavano diversi piccoli gruppi, dai mistici Sebastian Franck e Caspar von Schwenckfeld agli anabattisti, rinforzati dall'arrivo, nell'Aprile 1526, di Balthasar Hübmaier, che aveva da poco lasciato Zurigo e che ad Augusta fondò una comunità anabattista.

Hübmaier convertì e battezzò D., il quale divenne il nuovo capo del gruppo anabattista, dopo la partenza in Luglio di Hübmaier per la Moravia, e lo fece crescere fino impressionante numero di ben 1100 persone, attirando altri noti anabattisti come, ad esempio Hans Hut, ribattezzato da D. il 26 Maggio.

Nel periodo ad Augusta, D. pubblicò diversi lavori, tra cui un trattato sul libero arbitrio dal titolo Was geredet sei, dass die Schrift sagt Gott thue und mache Guts und Böses (Come si intende quello che la Scrittura dice, che Dio faccia il bene ed il male), Vom Gesetz Gottes (La legge di Dio) contro il pericolo di un rispetto troppo rigoroso delle Scritture, concetto ripreso in Wer die warhait warlich lieb hat (Colui che veramente ama la verità). In quest'ultima opera egli affermò che l'unica Parola autorevole non era quella riportata nelle Scritture, ma quella interiore infusa dallo Spirito Santo.

Nel Novembre 1526 D. si recò a Strasburgo, sotto il controllo del partito riformista di Wolfgang Capito (1478-1541) e di Martin Butzer (Bucero), il quale già lo conosceva per la fama che lo aveva preceduto e quindi lo invitò immediatamente ad una disputa pubblica per chiarire il proprio pensiero. D. ritenne più prudente non insistere sulle questioni divergenti, ma pose l'accento sui punti in comune, tuttavia non convinse Bucero (che lo chiamò il Papa degli anabattisti), il quale riuscì a farlo espellere il 25 Dicembre 1526.

D. riprese il suo pellegrinare ed attraverso le cittadine di Bergzabern e Landau, giunse a Worms, nella Renania-Palatinato: qui D. rinvigorì l'attività della locale comunità anabattista e pubblicò il suo lavoro più importante, Von der wahren Liebe (Il vero amore). In quest'opera D. affermò che, se l'uomo accettava l'amore di Dio attraverso Gesù Cristo, egli non aveva bisogno di riti e istituzioni religiose. Il battesimo era, a sua volta, il patto che univa il fedele a Dio, ma anche ai membri della famiglia di Dio, i fratelli del patto (Bundesgenossen).

Nel Luglio 1527, il consiglio cittadino di Worms espulse i principali leader anabattisti della città, incluso D., che si recò ad Augusta per partecipare in Agosto al "Sinodo dei martiri", dove si riunirono quasi tutti i capi anabattisti dell'epoca e dove, con la mediazione di D. stesso, furono fissati i punti di un grandioso programma missionario. Il programma fu però stroncato sul nascere dalla reazione cattolica e luterana, ed il titolo di "Sinodo dei martiri" derivò tristemente dalla morte violenta che colpì quasi tutti gli anabattisti presenti.

D. lasciò Augusta e soggiornò brevemente ad Ulm e a Norimberga, nonostante il divieto di ritorno in quest'ultima città. Alla fine di Settembre, stanco e malato e disilluso sulle sorti del movimento, si recò a Basilea: qui ebbe il permesso di restare in città dal suo vecchio amico Ecolampadio tuttavia previa presentazione di un suo scritto che dichiarasse la mancanza di contrasto tra la propria fede e quella della comunità di Basilea.

Poco dopo, il 15 Novembre 1527 D. morì di peste a soli 27 anni (circa).

Il pensiero

Il pensiero di D. fu sì anabattista, ma della corrente spiritualista: per questo negli ultimi giorni della sua vita egli si dichiarò disilluso dell'evoluzione, in senso militante, del movimento stesso. Il concetto di sola fide, di luterana memoria, per D., aveva un significato ben diverso da quello dato dal riformatore di Eisleben: non era quella trasmessa dai genitori e dalla società, ma era la grazia che proviene dalla rivelazione di Dio, attraverso lo Spirito Santo.

Un altro punto sul quale D. espresse la sua convinzione fu il libero arbitrio: egli si oppose alla predestinazione, quasi come Dio avesse reso ciechi i miscredenti. Inoltre D. si poteva definire origenista, giacché credeva, come il grande Origene, nella salvezza di tutti o meglio nel desiderio di Dio che ciò avvenisse grazie al Suo amore universale che includeva tutti gli uomini. Tutti potevano salvarsi, ma Dio non avrebbe forzato nessuno ad accettare il Suo perdono.

Il parere di D. sulle Scritture era noto: la Parola scritta non era la Verità, ma solo una testimonianza di essa: " Chiunque tiene in maggiore considerazione la testimonianza della Verità stessa inverte l'ordine (d'importanza), ed il tutto è un abominio agli occhi di Dio" (dal trattato "Come si intende quello che la Scrittura dice, che Dio faccia il bene ed il male").